ANCONA – «Stiamo lavorando per creare un sistema di accoglienza dei profughi ucraini, un coordinamento condiviso tra Comune di Ancona, Comunità Ucraina di Ancona e Croce Rossa Italiana per supportare la Comunità Ucraina. Domani avremo un incontro per definire la questione. C’è il massimo impegno da parte di tutti, ci stiamo coordinando per predisporre questo sistema». Lo fa sapere l’assessora alle Politiche sociali del Comune di Ancona, Emma Capogrossi, precisando che si tratterà di «un sistema basato sulla disponibilità all’accoglienza giunta dai privati».
«II dialogo con la Comunità Ucraina di Ancona e con Caritas è serrato, per cercare di dare il più possibile sostegno ai profughi che presto potrebbero giungere in maniera consistente anche nel nostro territorio. Per ora sono molte le famiglie anconetane che hanno già dato la propria disponibilità ad ospitare donne e bambini: un’accoglienza che potrebbe rendersi necessaria in tempi anche rapidi, ma che sarà temporanea dal momento che queste persone vorranno ritornare nel loro paese, per ricongiungersi con compagni e mariti rimasti in Ucraina per combattere».
Capogrossi fa sapere che in tal senso il Comune si pone come trait d’union «tra la comunità anconetana, che ha mostrato grande solidarietà nel fornire ben (indumenti, medicinali, coperte), e che ora abbiamo necessità di immaginare già in un sistema che possa accogliere» e la comunità ucraina, che è in collegamento con chi il paese sta cercando di lasciarlo ed è scappato dalle proprie abitazioni senza avere più niente con sé.
L’assessore spiega che il sistema di accoglienza a cui sta lavorando il Comune andrà ad «integrare quello gestito da Prefetture e ministero dell’Interno, cui spetta la prima accoglienza e che conta già un numero importante di posti. Stiamo vedendo che il numero delle persone in fuga dalla guerra sta aumentando di giorno in giorno, non sappiamo ancora quanti ne arriveranno, ma vogliamo farci trovare pronti, per questo ci stiamo adoperando per creare una rete di disponibilità da parte di famiglie e privati che possano mettere a disposizione appartamenti o strutture».
«Stiamo lavorando anche per fornire un supporto alle necessità dei profughi, al di là dell’accoglienza – aggiunge – come esigenze sanitarie e di formazione, visto che arriveranno anche dei bambini in età scolare. Dovremo pensare anche a mediatori linguistici e culturali. Insomma stiamo attivando una rete importante per cercare di far fronte alle diverse esigenze che potrebbero presentarsi». Al momento in Comune non sono giunte disponibilità da parte di strutture private, come ad esempio hotel, per l’accoglienza dei profughi.