ANCONA – «Siamo molto preoccupati per la situazione tra Russia e Ucraina: il mercato russo è uno dei più importanti per il settore dell’arredo di lusso ed è anche quello che garantisce margini di profitto più elevati. Una crisi, quella attuale, i cui effetti vanno a sommarsi a quelli della crisi generata dalla pandemia». A parlare è Andrea Romagnoli, titolare Romagnoli Contract e Temporary Export Manager per Pcm Design, aziende con sede a Castelfidardo e Recanati, che producono e esportano porte di lusso in Russia e marginalmente anche in Ucraina.
Romagnoli racconta che mentre il mercato ucraino è bloccato in seguito all’attacco militare ordinato da Putin, il mercato russo «al momento è ancora aperto, ma non sappiamo per quanto lo resterà». Le sanzioni imposte alla Russia bloccano l’accesso alle banche europee per cui per gli imprenditori italiani che hanno il cuore del proprio business in quei paesi il rischio «è quello di rimanere con ordinativi “in pancia” senza poter incassare».
Un bel problema per le attività già gravate dalle chiusure e dalle restrizioni imposte per la pandemia. Oltretutto occorre considerare, come spiega l’imprenditore marchigiano, che «l’Italia e la Germania sono i paesi europei che più di tutti fanno affari con la Russia».
«Non immaginavamo che la situazione potesse degenerare in maniera così rapida – aggiunge – per ora il quadro non è chiaro e anche i nostri clienti in Russia stanno cercando di capire come fare».
Le due aziende occupano oltre 40 dipendenti, e rappresentano una eccellenza nel settore dell’arredo di lusso, che esprime quella qualità “Made in Marche” tanto apprezzata anche all’estero. Romagnoli però, come anche altri imprenditori, teme l’impatto di questa guerra, anche perché il 50% delle esportazioni sono dirette proprio verso la Russia e il 10% verso l’Ucraina.
Per questo alle istituzioni rivolge un preciso messaggio, quello di «non bloccare il compartimento russo, un mercato molto importante per tante aziende italiane», ma chiede anche «maggiore chiarezza sulla situazione, perché l’incertezza genera il blocco del mercato».
«Occorre aiutare le imprese italiane ad accedere a nuovi mercati» una possibilità che l’imprenditore chiede anche alla Regione: «Non è solo questa guerra a metterci in difficoltà, già la pandemia lo aveva fatto, azzerando il mercato fieristico che rappresenta una importante vetrina per le imprese. Abbiamo bilanciato la situazione con il mercato interno, grazie ai bonus introdotti dal governo, ma è tempo di rilanciare il Made in Italy».