Ancona-Osimo

Ucraina, Jaklin: «Sono giorni terribili, la mia famiglia è lì e lotta per resistere»

Originaria di Boryslav, cittadina ad ovest dell'Ucraina, vicino al confine con la Polonia, ma residente nelle Marche, a Jesi, da quasi un ventennio, Jaklyn è in grande apprensione per la sua famiglia che vive nel paese sotto attacco russo

Zhaklin, Ucraina che vive nelle Marche

ANCONA – «L’Europa si deve svegliare, in ballo non c’è solo il destino dell’Ucraina, ma quello dell’intero continente europeo, perché la Russia non si fermerà al nostro paese: vuole anche le Repubbliche Baltiche e la Polonia. Bisogna fermare questa avanzata». È il grido di aiuto lanciato da Jaklin Bachynska, originaria di Boryslav, una cittadina ad ovest dell’Ucraina, vicino al confine con la Polonia, ma residente nelle Marche, a Jesi, da quasi un ventennio.

Ormai non c’è più pace per Jaklin, che in Ucraina ha tutta la sua famiglia e gli amici. «In questi giorni è difficile non essere preoccupati – racconta – sto sempre incollata alla Tv per vedere cosa succede e faccio fatica a dormire. La notte scorsa in particolare non sono riuscita a prendere sonno, sapevo che per il mio paese sarebbe stata una dura notte di combattimenti per prendere Kiev, perché è questo l’obiettivo della Russia».

«Alle 4 di mattina mi sono svegliata per accendere la televisione e vedere le notizie, sono giorni terribili per me e per il mio popolo, la mia famiglia è lì e lotta per resistere». Jaklin spiega che è in contatto costante con amici e parenti: «Li sento tutti i giorni per messaggio, è un po’ come a scuola, faccio l’appello per vedere se mi rispondono tutti e per sapere come stanno. È difficile saperli laggiù in questo momento».

Cosa le raccontano? «Dicono che sono pronti a resistere per la libertà e la democrazia e ad affrontare tutto. I russi lasciano segnali a terra per indicare agli aerei dove bombardare di notte: disegnano delle croci con una vernice catarifrangente, ma la gente si è organizzata e sta controllando tutto, anche i tetti dei palazzi per coprire questi segni con bitume e terra, perché con la vernice non si riesce a mandarli via».

«Mio fratello mi dice che non c’è panico – aggiunge – stanno cercando di mettere al sicuro donne e bambini: cercano di farli uscire dal paese o di mandarli in nascondigli e rifugi. Chi può cerca di scappare dal paese e fortunatamente la Polonia è pronta ad accogliere due milioni di ucraini, anche la Moldavia ha dato la sua disponibilità, così’ come l’Ungheria, perché hanno capito che c’è pericolo anche per loro e che la Russia non si fermerà all’Ucraina».

Cosa chiede il suo popolo? «L’Ucraina non chiede soldati, ma armi per resistere alla Russia, perché sa bene che se dovessero intervenire i soldati si scatenerebbe la terza guerra mondiale. L’Italia fa bene a mandare militari per rafforzare il confine europeo nel caso in cui l’Ucraina dovesse cedere. La Russia va fermata, il mondo si deve svegliare: nessuno può intervenire in questo momento, possiamo farlo solo con sanzioni pesanti e isolando questo paese. Solo il popolo russo può fare qualcosa per spodestare Putin: hanno già manifestato contro l’attacco, ma non hanno potere di parola e li arrestano, dovrebbero mobilitarsi più persone».

Cosa serve al suo paese? «Servono medicinali di primo soccorso, coperte e vestiti caldi. La gente italiana è molto brava, si è sempre mostrata molto sensibile. Le frontiere però sono chiuse ed è difficile portare aiuti, non sappiamo ancora come fare».