ANCONA – Una città poco attenta alle necessità dei giovani. Senza spazi di aggregazione. Troppo solerte a reprimere, piuttosto che ad offrire alternative. E carente di occasioni economicamente vantaggiose per gli studenti in cerca di alloggi. Il quadro è completo e ben delineato. Ma non è una bella immagine quella che filtra dalla lente d’ingrandimento degli studenti universitari del capoluogo. Ancona, dunque, torna ad essere la bella addormentata secondo il punto di vista dei giovani. Fotografia specularmente opposta quella che restituiscono i residenti a cui, invece, il sonno viene a mancare proprio nelle notti di baldoria lungo le vie del centro.
Le restrizioni
Per provare a mettere un po’ di ordine nella diatriba della movida molesta il Comune ha emanato un’ordinanza intenta a porre un freno a schiamazzi e abuso di alcolici. Una misura, però, che non è stata accolta nel migliore dei modi dalla popolazione universitaria della città.
«Siamo al limite del proibizionismo – afferma Gianluca Ferri, coordinatore dell’associazione universitaria Gulliver – se è vero che sono accaduti episodi spiacevoli, è altrettanto vero che non è la prassi». Sul banco degli imputati c’è il mercoledì universitario in Piazza del Papa che, a onor del vero, in alcuni casi è sfociato in episodi di disturbo della quiete pubblica durante le ore notturne. Ma gli studenti non ci stanno ad essere etichettati come colpevoli di un declino che come un virus va ad infettare l’intera città.
«Ancona è un capoluogo di regione in cui la comunità universitaria viene intesa in senso deleterio dalle istituzioni, anziché come una risorsa, anche economica, per l’intera cittadinanza» incalza Lorenzo Gabrielli, del direttivo di Azione Universitaria. «Piuttosto che criminalizzare sfiorando il proibizionismo velato all’insegna del buon costume, del decoro urbano e della sicurezza cittadina e puntando il dito verso gli studenti – ribatte Alessia Polisini, presidente del consiglio studentesco dell’Univpm – bisognerebbe pensare a misure di integrazione nel tessuto cittadino degli studenti e delle studentesse, con misure sulla mobilità, alloggi che siano degni di essere chiamati tali, spazi per gli studenti e accesso alla cultura e allo studio».
Senza spazi di aggregazione
Gli altri temi, infatti, cari alla popolazione universitaria anconetana riguarda proprio l’offerta mancante, che viene percepita come un’occasione persa di sviluppo e coesione sociale. In primis: gli spazi. «Una problematica da noi particolarmente sentita è la mancanza di spazi di aggregazione e di studio all’interno della città – continua la studentessa – servirebbero luoghi a cui gli studenti e i giovani della città possano accedere per socializzare e studiare». Viene da sé che l’argomento degli spazi fa il paio con quello degli eventi.
«Non è chiaro perché – aggiunge Gabrielli – nonostante la presenza dei luoghi meravigliosi di cui dispone Ancona, non vengano organizzati importanti eventi culturali e di svago». Per non parlare, poi del prezzo degli affitti delle case per gli universitari. «In media una stanza in centro costa tra i 300 e i 350 euro al mese – spiega Ferri – a Macerata, invece, i prezzi sono più bassi». E secondo il rappresentante di Azione Universitaria è anche per questo che «molti degli studenti che iniziano qui il percorso di studi, preferiscono completarlo altrove».