ANCONA – Borse di studio per studenti afghani e ucraini, seminari per la pace, attività con persone detenute, agricoltura sociale, sportello psicologico, sportello virtuale antiviolenza, iniziative per il reinserimento delle donne vittime di tratta e per la sostenibilità ambientale. Sono solo alcuni dei numerosissimi progetti portati avanti dall’Università Politecnica delle Marche nel ‘sociale’ e per il ‘sociale’, il tema scelto dal magnifico rettore, Gian Luca Gregori per l’inaugurazione dell’anno accademico 2023-2024. Nutrito il parterre delle autorità civili e militari presenti, tra gli altri, oltre al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, al sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, all’Arcivescovo di Ancona Osimo Monsignor Angelo Spina, sono intervenuti i rettori di diverse università italiane, insieme a quelli degli altri Atenei marchigiani (Unimc, Unicam e Unibo).
Una cerimonia che ha voluto sottolineare il ruolo dell’Ateneo dorico come attore sociale «un ruolo che va oltre le lauree, ma che permette di far comprendere quante attività possiamo realizzare, nel favorire, ad esempio, nel caso dei detenuti l’inserimento nel mondo del lavoro – ha detto il magnifico rettore Gian Luca Gregori -, o nel caso delle donne con il centro anti violenza, o nel caso dell’agricoltura sociale». Obiettivo «mettere al centro la persona con attività meno rilevate, ma più rilevanti» ha aggiunto il rettore.
Nel suo discorso durante la cerimonia, il magnifico rettore Gregori ha illustrato i dati positivi messi a segno dall’Ateneo, fra i quali spiccano l’evoluzione dell’offerta formativa con un incremento dei corsi di studio che in cinque anni sono passati da 50 a 73 e con una costante crescita del numero degli studenti passati dai 4.841 del 2020 agli attuali 5.254, segno di un’attrattività crescente dell’Università Politecnica delle Marche. Nuovi corsi di laurea in lingua inglese e nuovi indirizzi che tengono il passo con l’evoluzione dei tempi e con le esigenze economiche del territorio.
Fra i nuovi corsi attivati, quello di Ingegneria delle Infrastrutture Energetiche e della Logistica in ambito portuale, il corso in Tecniche della Fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, in Management per la valorizzazione sostenibile delle aziende e delle risorse ittiche, e il corso in Paesaggio, innovazione e sostenibilità (in collaborazione con Unicam). In notevole crescita anche il numero dei docenti, che negli anni è passato dai 539 del 2019 ai 653 prof del 2023, in aumento anche il personale amministrativo, da 525 dipendenti del 2019 ai 594 del 2023.
La cerimonia è stata aperta da un omaggio a Rossini con ‘La Gazza Ladra’ eseguita dall’Orchestra Olimpia, costituita da donne impegnate nel promuovere la parità di genere, e che ha suonato quattro strumenti molto speciali: una viola, due violini e un violoncello, costruiti con il legno derivante dalle imbarcazioni arrivate a Lampedusa, e realizzati a mano dalle persone detenute nel carcere di Opera, grazie al progetto Metamorfosi ideato dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti.
Dopo la relazione del rettore sono intervenuti Gianluca Ferri, presidente del Consiglio Studentesco, Ava Ghasemi Head Erasmus Generation Meeting EGM Ancona 2025 e Filomena Savini del Personale Tecnico Amministrativo. Il tema sociale è stato ampliato anche nel confronto tra il rettore Univpm Gian Luca Gregori e Don Aldo Buonaiuto della Comunità Papa Giovanni XXIII, la professoressa Stefania Gorbi referente di Ateneo per la Sostenibilità, il dottor Arnoldo Mosca Mondadori presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti e la professoressa Elena Spina referente di Ateneo per l’Integrazione e la Multiculturalità.
Molto toccanti le video testimonianze di due donne vittime di tratta sottratte alle brutture dalla Comunità Papa Giovanni XXIII guidata da Don Aldo Buonaiuto. Maria, oggi 19 anni, arrivata in Italia dalla Bulgaria a 13 anni, ha raccontato la sua storia di schiavismo, iniziata con la promessa di guadagnare per aiutare i genitori malati, naufragata, invece, in un night club. «Una sera mentro ero in strada – ha raccontato la giovane – è arrivato Don Aldo (Buonaiuto, ndr) della Comunità Papa Giovanni XXIII, insieme ad altre persone, e mi ha detto: ‘Figlia mia che cosa fai qui, vieni via con me’». Da lì l’inizio di una nuova vita per Maria. Una storia analoga quella di Stefania, giovane giunta dalla Romania e anche lei vittima di violenze terribili, alla quale i suoi aguzzini hanno strappato capelli e un orecchio. Storie terribili che hanno commosso.
Le donne vittime di tratta sono state coinvolte dall’Università Politecnica delle Marche in un progetto con l’associazioe Pace In terra Onlus di Fabriano, che le vede protagoniste nella realizzazione delle corone di alloro indossate dalle giovani laureate e dai giovani laureati dell’Ateneo in occasione della cerimonia delle Lauree in Piazza, «un momento di festa che ha sintetizzato la contaminazione tra celebrazione degli accademici e impegno per una società inclusiva» ha ricordato il rettore Gregori nel suo discorso, un concetto molto importante, quello di inclusione, che l’Ateneo trasferisce ai suoi iscritti.
Con il Comune di Ancona il progetto di agricoltura sociale per i detenuti giunti a fine pena, mentre con l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche il progetto di apertura di un ambulatorio di chirurgia riparativa per pazienti sottoposte a mutilazioni dei genitali. «Si stima che nella nostra regione siano residenti più di 3.200 donne provenienti da Paesi dove viene attuata questa pratica – ha detto Gregori – è quindi complesso l’impegno richiesto all’Università, si tratta di essere protagoinisti anche nella sfera sociale, contribuendo da un lato alla riduzione dei conflitti e delle disuguaglianze che stanno minando il tessuto sociale, e dall’altro alla costruzione di buone pratiche, politiche pubbliche e progetti funzionali alla tenuta del sistema sociale».
«L’università e la scuola – ha concluso – deve favorire la realizzazione degli obiettivi personali, concretare i propri sogni, anche coltivando un’ambizione», ma sana e senza competizione, «caratterizzata da impegno e fatica, senza scorciatoie e nel rispetto degli altri».