ANCONA – Non c’erano solo tre vittime finite nel mirino degli usurai arrestati dai carabinieri. Stando alla perquisizione fatta in casa e dai foglietti pieni di appunti almeno in 70 sarebbero caduti nella rete della coppia dei peruviani. Si allarga il cerchio dell’indagine dei carabinieri della Compagnia di Ancona che ha portato la stazione principale ad arrestare, il 1° giugno scorso, moglie e marito peruviani, ad Ancona con l’accusa di usura aggravata in concorso.
Dopo le prime tre vittime accertate dai militari, il numero delle persone cadute nella rete dei due presunti usurai sarebbe copioso. Un numero superiore a settanta. Emerge dai fogli scritti trovati in casa della coppia, durante la perquisizione avvenuta il 24 maggio scorso. Una documentazione detenuta in maniera certosina e relativa, verosimilmente, ad ulteriori prestiti usurai concessi da moglie e marito ad oltre 70 vittime di varia nazionalità. Nei quaderni, nei post it e varia documentazione cartacea i carabinieri hanno contato oltre 70 nominativi. Tutte persone bisognose di soldi subito. Contestualmente i carabinieri, in possesso di tutti dati e le prove necessarie, hanno proceduto ad eseguire il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di svariate migliaia di euro presenti sui conti correnti e conti deposito della coppia, oltre che di ingenti somme contanti rinvenute nella loro abitazione. Sarebbero il frutto della loro attività di usurai.
Moglie e marito avrebbero applicato il tasso del 5% al mese. I due, 50 anni lei e 55 anni lui, da anni residenti nel capoluogo dorico, avrebbero prestato denaro a strozzo, per alcuni anni, a partire dal 2018, a giocatori di azzardo incalliti che dovevano saldare debiti di gioco e non solo. Nessuno riusciva a restituire la somma presa perché gli interessi erano alti. A far scoprire il giro di usura è stato un albanese di 45 anni che si era rivolto alla coppia per avere un prestito di 7mila euro. Non riuscendo a pagare sarebbe stato minacciato.
Le accuse sono tutte da provare ma intanto moglie e marito restano in carcere. Nelle prossime ore, difesi dagli avvocati Elisa Gatto e Giorgio Canali, potrebbero decidere di parlare con il pm titolare del fascicolo, Andrea Laurino.