ANCONA – Sono oltre 60mila le dosi di vaccino a disposizione per le Marche in questa settimana. Ieri, 5 maggio, sono arrivate 52mila dosi di siero della casa farmaceutica americana Pfizer Biontech, mentre per questa sera è atteso l’arrivo di 8.900 dosi di Moderna, ma non è escluso che per fine settimana non possano arrivare altre fiale, visto che l’ultima consegna di Vaxzevria (ex AstraZeneca) e di Johnson & Johnson risale al primo maggio. La chiamata per la consegna della fornitura però ad oggi non è ancora arrivata.
Intanto nelle Marche procede la campagna vaccinale e sono 592.756 le dosi complessivamente somministrate, su 651.330 giunte nelle Marche, ovvero un 91%, una percentuale che piazza le Marche al secondo posto nella classifica italiana dopo la Liguria per percentuale di dosi somministrate. Le prime inoculazioni sono complessivamente 416.989, mentre i richiami 175.767.
Coinvolti nelle somministrazioni anche i medici di medicina generale, che sono partiti con le prime inoculazioni il 15 marzo scorso, ma in questo caso la situazione sul fronte iniezioni procede a macchia di leopardo e con velocità diverse a seconda delle Aree Vaste a causa di una fornitura di dosi consegnate «con il contagocce» come evidenzia Massimo Magi, presidente regionale Fimmg, federazione italiana medici di medicina generale. Magi spiega che se nell’Anconetano e nel Pesarese la fornitura dei sieri di vaccino contro il covid-19 «è abbastanza compatibile», in alcune zone del Fermano, dell’Ascolano e in parte del Maceratese non è lo stesso perché le dosi consegnate ai medici sono insufficienti.
«Questo per noi è motivo di sconcerto – prosegue -perché a fronte di una dichiarazione secondo cui i vaccini ci sono e arrivano milioni di dosi in alcune zone per la medicina generale non ci sono». Secondo il presidente Fimmg alla base ci sarebbe una «scelta politico/organizzativa e di programmazione di fondo che non va bene: l’Asur invece di creare una rete di sinergie con tutti i soggetti che sono titolati a vaccinare, sembra stia facendo invece una scelta di concorrenzialità dando i vaccini agli hub regionali e non ai medici di famiglia».
Una decisione incomprensibile secondo Magi che fa notare il fatto che se i medici di famiglia vengono messi in grado di vaccinare, dandogli i sieri, riescono a somministrare «dai 12 ai 15 mila vaccini a settimana, anche in questa situazione, chiaramente però si tratta di un quadro “a mezzo servizio”», ribadisce il presidente Fimmg che sottolinea ancora una volta la difficoltà ad avere dal servizio sanitario il dato relativo alle inoculazioni eseguite dai medici.
Ma intanto un loro quadro della situazione lo hanno e complessivamente dall’inizio delle somministrazioni (15 marzo) i medici di famiglia nelle Marche hanno iniettato 30 mila dosi e stanno inoculando anche i richiami. «La scorsa settimana abbiamo somministrato nelle Marche 14 mila dosi – puntualizza – circa la metà delle quali tra l’Anconetano e il Pesarese, ma se anche nelle altre zone consegnassero le dosi la campagna camminerebbe più velocemente».
Attualmente nell’Anconetano sono 5 le fiale di Pfizer consegnate ai medici settimanalmente e oggi altre tre ne verranno ritirate. I medici di base dopo aver inoculato i sieri ai pazienti domiciliari, ai fragili, agli ultraottantenni e agli over 70, «fasce che abbiamo quasi tutte completate», afferma Magi, ora stanno vaccinando anche gli over 60.
«Nelle Marche – conclude – giustamente è stato scelto un sistema multicanale, con i cittadini che possono recarsi negli hub vaccinali o dal proprio medico di famiglia, ma entrambi devono essere messi nelle condizioni di poterli fare i vaccini, mentre adesso a quanto pare c’è una sorta di sistema cieco sulla medicina generale perché i vaccini vengono dirottati sui punti vaccinali. La vaccinazione procede a due velocità in base a quanto le singole Aree Vaste, nonostante gli accordi regionali, concedono ai medici di famiglia».