ANCONA – Stilate le linee guida nazionali per la vaccinazione contro il covid-19 nei luoghi di lavoro. Inail, Ministero del Lavoro e della Salute, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, hanno messo nero su bianco, insieme alla struttura commissariale per l’emergenza, un documento che fissa i paletti e le linee guida per le somministrazioni nei luoghi di lavoro, oltre che per l’attivazione dei punti vaccinali territoriali che potranno inoculare le dosi ai lavoratori. Ad eseguire le iniezioni saranno i medici competenti del lavoro o altri operatori sanitari convenzionati con il datore di lavoro.
La Regione Marche aveva già approvato un proprio protocollo nel mese di marzo in accordo con le attività produttive e le associazioni di categoria. Il piano vaccinale nazionale però è stato rivisto dal commissario straordinario per l’emergenza Figliuolo che ha ridefinito le categorie di priorità per classe di età e non più per categorie professionali.
Per questo nelle Marche, la vaccinazione negli ambienti di lavoro, non sarà possibile, se non prima di maggio, come annunciato anche nei giorni scorsi dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, una volta concluse le categorie fragili, come over 80, persone con fragilità e vulnerabilità, over 70.
A modificare i piani è anche la nuova indicazione del vaccino AstraZeneca, che la Regione voleva destinare a questo scopo, essendo di più facile somministrazione: ma dal momento che il Cts lo ha consigliato per gli over60 con tutta la probabilità la Giunta metterà a disposizione le fiale di Pfizer per questa campagna vaccinale.
«In questo momento i fattori che bloccano – spiega Oriano Mercante, medico del lavoro e segretario regionale di Anaao Assomed – sono la scarsa disponibilità di vaccini in quantità sufficiente e gli obiettivi del piano vaccinale che impongono di vaccinare per classi d’età, dando priorità, giustamente, agli anziani che rischiano maggiormente di subire gli effetti più pesanti della malattia».
Mercante spiega: «noi siamo pronti» a vaccinare nelle aziende e anche nei nostri centri medici», chiaramente laddove ci siano gli spazi idonei. Sono almeno un centinaio nelle Marche i medici del lavoro che operano nei centri ambulatoriali privati, e un altro centinaio in quelli pubblici delle Aree Vaste.
LE LINEE GUIDA DEL DOCUMENTO NAZIONALE
Le imprese che vogliono aderire dovranno darne comunicazione all’Azienda Sanitaria di riferimento, che in base alla disponibilità dei vaccini concorderà le modalità di ritiro dei sieri per i quali dovrà essere mantenuta la catena del freddo.
Tra i requisiti necessari ad avviare la vaccinazione in azienda, c’è in testa quello di avere una popolazione lavorativa sufficientemente numerosa, mentre per agevolare le imprese più piccole queste potranno organizzarsi per vaccinare tutti i lavoratori in una sede individuata. A vaccinarsi potranno essere anche i lavoratori residenti fuori regione, che allo stesso modo potranno scegliere di sottoporsi all’iniezione nei punti vaccinali allestiti dalla Regione.
L’altro requisito fondamentale è quello di disporre della dotazione informatica per la registrazione delle vaccinazioni, di personale per eseguire le somministrazioni, di ambienti idonei in base al numero di vaccinazioni da eseguire, con locali per la fase preparatoria del siero, per la inoculazione e per l’osservazione. Ambienti che possono anche essere esterni o mobili, e la cui idoneità sarà vagliata dall’Asur.
Sul fronte dell’equipaggiamento, le imprese che vogliono occuparsi della vaccinazione dei loro dipendenti dovranno dotarsi delle attrezzature e dei farmaci necessari allo svolgimento in sicurezza delle somministrazioni. Ad individuare il materiale necessario sarà il medico del lavoro, equipaggiamento che sarà a carico del datore di lavoro o dell’associazione di categoria di riferimento.
Il personale coinvolto nelle operazioni di vaccinazione dovrà formarsi seguendo un apposito corso (FAD EDUISS “Campagna vaccinale Covid-19: la somministrazione in sicurezza del vaccino anti SARS-CoV- 2/Covid-19”), che dovrà essere integrato con un ulteriore corso specifico organizzato da Inail e Istituto Superiore di Sanità.
I lavoratori che aderiranno alla campagna vaccinale nei luoghi di lavoro saranno valutati dal medico del lavoro o dal medico individuato, il quale dovrà acquisire il consenso alla vaccinazione del lavoratore tramite la modulistica predisposta a livello nazionale.
Dopo l’inoculazione del siero, i lavoratori dovranno attendere per almeno 15 minuti nello spazio dedicato all’osservazione, in modo che in caso di reazione avversa i sanitari possano intervenire immediatamente.