ANCONA – Venti siberiani, temperature in picchiata e neve sulla fascia costiera. È atteso per venerdì 12 febbraio l’arrivo del Burian sulle Marche. Il vento gelido proveniente dalle steppe russe-siberiane, inizierà ad affluire sull’Adriatico già da venerdì pomeriggio portando un crollo repentino dei valori della colonnina di mercurio. Insieme all’aria fredda, sono previsti l’arrivo di una perturbazione e la formazione di un vortice ciclonico, che provocheranno precipitazioni nevose anche sulle pianure marchigiane, in particolare sulla fascia costiera.
Un fenomeno che il climatologo dell’Università Politecnica delle Marche, Giorgio Passerini, ascrive nella cornice di un inverno che finora ha mantenuto contorni «standard» anche se «si sono verificate più precipitazioni» dopo il crollo di piogge avuto in estate e autunno, periodi che hanno fatto segnare un -50% di precipitazioni piovose riducendo le falde idriche a zero.
Il Burian che colpirà le Marche nel weekend di San Valentino, si è “ridimensionato” nelle ultime ore e come spiega il climatologo «abbiamo scampato copiose nevicate», ma precipitazioni nevose «interesseranno comunque la costa, per poi spostarsi sull’entroterra» e più giù verso l’Abruzzo.
Il professor Passerini spiega che il Burian ci raggiungerà trasportato da «un ampio anticiclone sinottico» e porterà «aria fredda e neve a quote basse, sulla nostra fascia costiera soprattutto venerdì notte incontrando poi un’area di basse pressioni attualmente già in fase di spostamento sul Tirreno».
Secondo il climatologo però non sarà tanto la neve a creare problemi, quanto «il ghiaccio». Ma la situazione però è in continua evoluzione e quindi già da domani potrebbero esserci variazioni. Intanto però «sul lungo termine è prevista una ulteriore diminuzione della pressione con neve che potrebbe interessare le Marche anche la prossima settimana».
Parlando dei cambiamenti climatici, Passerini fa notare, che anche se il passaggio di Burian rientra in un inverno «standard», in ogni caso «fenomeni di questo tipo avvengono con sempre maggiore frequenza rispetto al passato: era già successo nel 2012, e poi nel 2014, 2018 e 2019».