Ancona-Osimo

Conad-Auchan, è fumata nera al Mise

La vertenza non trova ancora "la quadra" e i sindacati confermano lo sciopero nazionale. «Il Ministero ha sollecitato le Regioni a verificare il grado di criticità presente nei vari territori in termini occupazionali», ha spiegato Barbara Lucchi della Filcams Cgil

ANCONA – Ancora nessun impegno da parte di Conad per la ricollocazione del personale nell’ambito della vertenza per l’acquisizione di Auchan Retail. È di nuovo fumata nera al tavolo di confronto che si è tenuto questa mattina, martedì 17 dicembre, al Ministero dello Sviluppo Economico, fra le parti sindacali, la sottosegretaria al Ministero Alessandra Todde, il vice capo di Gabinetto del Ministro dello Sviluppo Economico Giorgio Sorial, i rappresentanti di Conad, Pwc e Margherita Distribuazione e i rappresentanti delle regioni. Per le Marche era presente un delegato dell’assessora regionale Loretta Bravi.

Un vertice che però non ha soddisfatto Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs dal momento che non ci sono stati avanzamenti significativi sulla complessa vertenza che tiene in ballo il destino occupazionale di 13.291 lavoratori italiani dell’ex Gruppo Auchan. Sono circa 6200 gli esuberi, fra i 400 e 500 quelli nelle Marche.

Resta dunque confermato lo sciopero nazionale del 23 dicembre al quale potrà aggiungersi anche una ulteriore giornata nella quale i lavoratori incroceranno le braccia nel mese di gennaio.

Insomma la vertenza ancora non trova “la quadra” e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali ogni volta si ritrovano punto e a capo. Tra le richieste avanzate dai sindacati, quelle di un impegno formale della rete Conad a farsi carico della ricollocazione degli esuberi, la perimetrazione dei punti vendita che chiedono possa avvenire dopo un confronto con i soggetti che andranno a gestirli, e poi l’impegno delle 6 cooperative del sistema Conad per offrire opportunità occupazionali ai lavoratori.

Ma i sindacati lamentano anche la mancanza di informazioni sul piano di rilancio dei punti vendita. «Nulla di fatto al Ministero dove Conad è ancora trincerato dietro la vaghezza delle sue affermazioni il balletto dei numeri – commenta Selena Soleggiati della Fist Cisl – Non ha fornito alcuna disponibilità ad impegnarsi per il mantenimento della occupazione nei punti di vendita ancora in attesa di conoscere il proprio destino, nelle sedi e nei depositi. Ormai appare chiaro – prosegue – che la vendita della rete non “gradita a Conad” perché in sovrapposizione con la propria rete o in violazione delle norme sulla concorrenza costituisce l’unica possibilità, mentre sede e depositi rischiano la chiusura.

Nella nostra regione sono 70 gli impiegati della sede e un centinaio gli addetti alla logistica che senza troppi sforzi potrebbero essere reimpiegati dalle due cooperative che insistono nel nostro territorio, ovvero Cia di Forlì e Conad Adriatico. Ancora secretati i punti di vendita della nostra regione come quelli del resto di Italia per i quali sembrerebbe ormai definita la cessione ad altri operatori ovviamente sottaciuti, Carrefour a parte che acquisirà 28 punti vendita del nord. È ormai chiaro che quello messo in atto da Conad sia un poderoso piano di frammentazione aziendale più che un salvataggio in corner di una azienda vicina al fallimento come Conad vuol far credere a tutta l’opinione pubblica».

Per il giorno dello sciopero la Cisl chiede ai consumatori di «evitare la spesa per solidarizzare con chi oggi come dice Conad, rappresenta una eccedenza», conclude Soleggiati. «Non si può ripristinare la gestione profittevole a danno dei lavoratori rendendo collettivo il solo esubero, con il conseguente ricorso a forme di integrazione al reddito per lavoratrici e lavoratori che un posto di lavoro ce l’hanno e lo vorrebbero e lo potrebbero mantenere».

«Il Ministero ha sollecitato le Regioni a verificare il grado di criticità presente nei vari territori in termini occupazionali – spiega Barbara Lucchi della Filcams Cgil – , inoltre il sottosegretario Todde ha chiesto a Conad maggior precisione nella quantificazione del numero degli esuberi e sulle possibilità di ricollocamento. Criticità delle quali qualcuno deve farsi carico. Certo – prosegue – Conad non stava rilevando un gruppo in salute ma occorre una assunzione di responsabilità per giungere a soluzioni adeguate per la ricollocazione o l’accompagnamento tramite ammortizzatori di salvaguardia come la solidarietà. Il rischio è che dal primo gennaio tutti i dipendenti che non confluiranno nella rete Conad possano restare in pancia di Margherita Distribuzione senza alcuna certezza sul loro futuro occupazionale».

Intanto per il 20 gennaio è atteso il pronunciamento definitivo dell’Antitrust sulle sovrapposizioni dei punti vendita, fra i quali ne erano state individuate 36 solo nelle Marche su 147 complessive in Italia.

«Bene che il Ministero sia intervenuto sollecitando le Regioni a fare la loro parte – conclude Barbara Lucchi – Non bene invece che Conad continui a non dare risposte». Insomma per i 400-500 lavoratori marchigiani ex Auchan che non passeranno nel sistema Conad si prospetta un Natale costellato dall’ansia per il loro destino occupazionale.

 

 

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