ANCONA – Nei comandi provinciali dei Vigili del Fuoco delle Marche mancano 62 uomini, di cui 38 ad Ancona, dove la carenza di organico è maggiore, 12 ad Ascoli e altri 12 a Macerata, e le retribuzioni non sono equiparate a quelle delle altre forze dell’ordine. La denuncia è del sindacato Conapo Marche, che ha presentato le principali criticità della Direzione Marche e dei comandi provinciali anche al ministro dell’Interno Matteo Salvini, consegnandogli martedì a Fermo un documento dettagliato.
«Ho chiesto al Ministro – dichiara Mirco Luconi, segretario Conapo Marche – di dar seguito al programma di governo Lega-M5S, laddove per i Vigili del fuoco viene previsto “l’adeguamento delle retribuzioni ai livelli previsti per le forze dell’ordine” e, quindi, l’annullamento dell’assurda differenza di 300 euro mensili. Inoltre ho chiesto di azzerare le carenze di organico dei comandi delle Marche dai quali mancano 62 uomini, poiché investire in assunzioni di nuovi pompieri non è una voce di costo fine a se stessa, ma un incremento di sicurezza pubblica».
In particolare, nel comando di Ancona, «la situazione è molto critica». Come si legge nel documento consegnato a Salvini, il sindacato denuncia la «gravissima carenza del personale che non verrà sanata nemmeno con la prossima mobilità nazionale e che rende il dispositivo di soccorso inadeguato. Vengono chiesti enormi sforzi ai vigili,“obbligati a non chiedere ferie o permessi. Chiediamo, al fine di “alleviare tale problematica, di anticipare la mobilità del personale vf fuori sede oltre agli aventi diritto o ad autorizzare la Direzione Marche, in risposta alle richieste del Comando di Ancona, ad attingere a risorse per garantire il dispositivo di soccorso con personale in orario straordinario fino alla mobilità».
La carenza di organico si ripercuote anche su Falconara. «Dal 2014 nell’aeroporto – spiega Luconi – è stata dislocata una partenza terrestre dei vigili del fuoco e la squadra ha il compito di gestire un territorio che va da Torrette a Montemarciano, fino a Jesi e, solitamente, effettua più di 1200 interventi all’anno. Con la carenza di personale però questa partenza terrestre rimane spesso scoperta, perché i vigili vengono spesso richiamati in centrale ad Ancona». E, questa situazione, è ancora più critica se si considera che «per effetto del passaggio di qualifica, il Comando di Ancona ha scelto di destinare 13 unità al servizio giornaliero, togliendole dal servizio operativo. Una decisione prevista a pieno regime, ma non in questa situazione di grave carenza».
Tra le problematiche, anche «i mezzi vetusti e, spesso, in riparazione» e il «mancato rispetto e la violazione dei diritti del lavoratore, da parte del Comando di Ancona, in merito a regolamenti nazionali e locali, riguardanti le mobilità del personale operativo, che hanno costretto la nostra organizzazione sindacale, ad indire uno stato di agitazione ancora in essere». Il sindacato però denuncia anche la «mancata erogazione da parte della ditta vincitrice di appalto per la fornitura del vitto, delle necessarie e importanti integrazioni alimentari, per il personale specialista (sommozzatori, portuali e TLC), a totale danno del ripristino psico-fisico dettato dalle circolari ministeriali emanate dal nostro servizio sanitario».
Un’altra situazione critica riguarda i funzionari tecnici, e il sindacato ha avanzato anche le loro richieste e chiesto che «la proposta di riordino del Corpo dei Vigili del Fuoco, contenuta nel testo del decreto legislativo, da pochi giorni liberato dal Consiglio dei Ministri in prima stesura e passato al vaglio della Commissione Affari Costituzionali, venga sospesa e ridiscussa».
«Se il testo del decreto legislativo non verrà opportunamente modificato – scrive in una nota il Comitato (ex) Funzionari Tecnici, Geometri e Periti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – si realizzerà un vero e proprio tradimento istituzionale ai danni dei funzionari tecnici diplomati del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Proprio di quei responsabili di reparti operativi che, in tempi non tanto lontani, venivano chiamati “ufficiali” e che in tempi recenti si sono distinti per impegno e professionalità in occasione di tutte le grandi situazioni di emergenza. Non ultima la tragedia di Rigopiano. Per evitare il più pesante demansionamento della storia della nostra organizzazione, che minaccia di togliere ogni dignità istituzionale ad oltre 300 funzionari tecnici, non chiediamo trattamenti speciali o ad personam, ma semplicemente che ci venga riconosciuto quanto è già legge per i nostri omologhi della Polizia di Stato e degli altri Corpi di Polizia e Militari, ovvero l’istituzione di uno specifico ruolo di direttivi ad “esaurimento”. Chiediamo semplicemente una parità di trattamento, un medesimo inquadramento giuridico e funzionale, perché non ci spieghiamo ancora quale ratio abbia guidato la volontà di chi ha pensato di schiacciare verso il basso e, di fatto, demansionare, la componente intermedia storica del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Quella componente di funzionari tecnici, di quadri intermedi che sono stati, da sempre, “cerniera”, che hanno svolto il necessario raccordo funzionale tra la base operativa e la dirigenza, ricoprendo con passione e diligenza ruoli di responsabilità, anche sociale, impegnativi e complessi». Se in Italia la questione riguarda oltre 300 funzionari tecnici, nelle Marche ne interessa una trentina e ad Ancona sette.