Ancona-Osimo

Violenza contro le donne, nelle Marche rete tra istituzioni. Primo protocollo regionale tra Inps, Ats, Cav e Case Rifugio

Si tratta del primo protocollo regionale a livello nazionale che mette in rete Inps, Centri Anti Violenza (Cav), Case Rifugio, Ambiti Territoriali Sociali (Ats) e i sindaci dei cinque comuni capoluogo di provincia per creare un canale di dialogo. Ecco il progetto

Da sinistra Montenovo, Lauria, Zambataro, Pagelli e Latini

ANCONA – Rete tra istituzioni e associazioni nelle Marche per aiutare le donne ad uscire da violenza e maltrattamenti. Presentato questa mattina (11 oottobre) ad Ancona, nella sede della Direzione Regionale dell’Inps un protocollo per la consulenza alle donne vittime di violenza, con l’obiettivo di favorirne l’indipendenza e l’uscita dal contesto maltrattante. L’accordo di collaborazione, siglato il 25 luglio, crea una vera e propria rete tra Inps, Centri Anti Violenza (Cav), Case Rifugio, Ambiti Territoriali Sociali (Ats) e i sindaci dei cinque comuni capoluogo di provincia coinvolti nel progetto.

Il protocollo istituisce un canale di dialogo diretto fra gli attori coinvolti: i cav e le case rifugio mettono in contatto le donne vittime di violenza con operatrici dedicate dell’Inps con l’obiettivo di individuare prestazioni e diritti previdenziali a cui le vittime possono accedere per rendersi economicamente indipendenti, un elemento chiave nel percorso di uscita dalla spirale dei maltrattamenti, fisici, psicologici, economici o di violenza sessuale.

Non si esce dalla violenza senza indipendenza economica, è stato sottolineato da più parti durante la presentazione del protocollo che si rivolge alle donne in fuga dalla violenza o inserite nei programmi di protezione. Donne che spesso hanno figli a cui dover provvedere.

Il commissario straordinario Inps Micaela Gelera, in un passaggio del suo intervento ha sottolineato che il femminicidio è un fenomeno che non si placa. A tal proposito ha ricordato che nel biennio sono state 34mila e 500 le donne che si sono rivolte ai Cav nel Paese, il 61,6% hanno figli, il 29% sono donne straniere. Un fenomeno che richiede «iniziative concrete» come il protocollo Inps attivato nelle Marche.

La direttrice regionale Inps Emanuela Zambataro ha sottolineato l’importanza di rendere le donne autonome dal punto di vista economico e che tra le vittime di femminicidio ci sono anche quattro dipendenti dell’istituto. «Dobbiamo fare in modo che le donne abbiamo i mezzi per uscire da questa spirale», l’Inps, ha rimarcato, ha avuto un ruolo propulsivo nella realizzazione del protocollo, primo regionale in Italia. La rete attiva un canale di interlocuzione garantendo alle donne la più stretta riservatezza.

Tra le prestazioni al centro del protocollo il congedo, il reddito di libertà, ma anche la denuncia di lavoro in nero nell’azienda di famiglia, sostegno al reddito, invalidità e inabilità nei casi in cui la violenza abbia lasciato segni che impediscano l’attività lavorativa. Nelle Marche sono 144 le domande di reddito di libertà presentate dal 2021 al 2023, 18 le richieste di congedo indennizzato.

Il protocollo ha previsto anche una formazione psicologica e relazionale per le 25 operatrici dell’Inps che hanno aderito nelle Marche, erogata da 30 volontarie dei Cav e delle Case Rifugio. Maria Giovanna De Vivo, presidente del comitato unico di garanzia Inps per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni, nel suo intervento ha posto l’accento sulla ‘Guida in 7 passi’ uno strumento per le donne vittime di violenza, stalking e di altri abusi, in cui sono riepilogate tutele e servizi erogati da Inps. Il presidente del Consiglio regionale Dino Latini ha assicurato l’impegno dell’istituzione per ulteriori servizi e risorse, ponendo l’accento sulla prevenzione del fenomeno.

Secondo Agnese Marinelli vicedirigente del Commissariato di Ps di Osimo l’incremento del fenomeno della violenza è legato alla sua maggiore emersione rispetto al passato. In tal senso ha spiegato che il protocollo rappresenta un percorso fondamentale per consentire alle donne di uscire dalla violenza. Il sostegno economico ha detto, è imprescindibile per l’autonomia, ed ha rimarcato le misure di prevenzione, tra le quali l’ammonimento del Questore per violenza domestica.

Roberta Montenovo presidente Donne e Giustizia ha ricordato l’esistenza di un coordinamento tra Cav e case rifugio, ed ha espresso soddisfazione per l’attivazione del protocollo che consente di «non lasciare le donne sole in una situazione» spesso difficile da riconoscere e che spesso nasce in contesti affettivi dai quali è ancora più complesso uscire. Antonella Andreani responsabile della rete esterna Donne e Giustizia, ha posto l’accento sull’importanza della formazione e sul fatto che il protocollo consente di portare sui tavoli istituzionali le criticità vissute dalle donne.

Paolo Calcinaro sindaco Fermo e presidente Anci Marche, ha sottolineato che la violenza è una «problematica che sul territorio si fa fatica a far emergere», per questo la rete è molto importante per aiutare le donne a trovare la forza e il coraggio di uscirne. Simona Cardinaletti responsabile della Casa rifugio di Ancona Polo9 ha ricordato che nelle strutture rifugio vengono ospitate donne e bambini che scappano dalla violenza. Non servono più strutture, ha detto, ma più risorse dedicate. Inoltre, ha auspicato un ribaltamento di prospettiva: «le donne sono vittimizzate dalla violenza – ha spiegato -, non vittime» una nuova visione che sposta l’ottica dalle caratteristiche della donna alla violenza: in tal senso ha ricordato che la violenza è un reato sempre indipendentemente dalle caratteristiche delle vittime e che in nessun reato si cerca di capire se la donna se l’è meritata o meno. Cardinaletti ha poi rimarcato che l’attuale «sistema economico si basa sul lavoro gratuito delle donne» che per questo fanno difficoltà ad accedere all’autonomia.

Simone Breccia di Caritas Marche ha evidenziato che la formazione congiunta è stata un momento importante di confronto e che nelle Marche la Caritas capofila per il microcredito di libertà è quella di Pesaro. Francesca d’Alessandro assessore alle pari opportunità del comune Macerata ha spiegato «sentiamo che questa rete sta funzionando» ed ha ricordato che Macerata è stata antesignana sull’attenzione ad un altro aspetto della medaglia quello dell’uomo maltrattante. Rocco Lauria direttore centrale Inps inclusione e invalidità civile, responsabile nazionale progetto, ha sottolineato la grande apertura dell’istituto verso il sociale, evidenziando che Inps è sempre più proattiva nell’intercettare i bisogni dei cittadini.