ANCONA – I poliziotti della Squadra Mobile di Ancona hanno dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione della misura cautelare emanata dal GIP presso il Tribunale di Ancona, con la quale è stato disposto il divieto di avvicinamento con l’applicazione del braccialetto elettronico a carico di un 26enne, indagato, ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e atti persecutori commessi nei confronti della propria ex convivente.
Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria prevede il divieto di avvicinamento alla ex convivente ad una distanza non inferiore a 500 metri, nonché il divieto di comunicare con la stessa attraverso qualsiasi mezzo, anche indiretto, con l’applicazione del cosiddetto braccialetto elettronico.
Da quanto appreso durante la fase investigativa condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, l’indagato, nel corso della breve relazione avuta con la ex compagna, avrebbe sottoposto quest’ultima a condotte obiettivamente maltrattanti, ingiuriandola e umiliandola spesso, minacciandola, aggredendola fisicamente, cercando di condizionarne con prevaricazione la vita di relazione, opponendosi alle sue frequentazioni, sottoponendola a controlli, giungendo a costringerla, in almeno un’occasione, a un rapporto sessuale non voluto, nonostante il dissenso espresso manifestato da lei.
Dopo la rottura della relazione e l’allontanamento della donna dalla comune casa d’abitazione l’indagato, non rassegnandosi, avrebbe tenuto un comportamento vessatorio nei confronti di lei, sottoponendola a frequenti tentativi di contatti telefonici e a mezzo social, anche tramite terze persone. In conseguenza delle condotte subite la persona offesa ha maturato un grave stato d’ansia e fondato timore per la propria incolumità.
All’esito dell’attività investigativa, il G.I.P. presso il Tribunale di Ancona, accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Ancona, disponeva l’applicazione della misura cautelare che, nel pomeriggio del 1° marzo scorso, è stata eseguita dagli agenti della Squadra Mobile nel luogo di lavoro dell’indagato.
Il provvedimento eseguito, costituisce misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui è ammesso mezzo di impugnazione e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.