ANCONA – Diminuito il potere di acquisto delle famiglie, bersagliate dai rincari e dall’inflazione, per la prima volta dopo la pandemia di Covid-19 i prezzi dei voli iniziano a scendere. A riferire la nuova tendenza, una vera e propria inversione di rotta, è Ludovico Scortichini, membro del board nazionale di Astoi Viaggi Confindustria. Onde evitare di ritrovarsi con gli aerei semi vuoti, dal momento che le famiglie non riescono più a permettersi tariffe schizzate alle stelle, i vettori stanno iniziando ad abbassare i prezzi.
Gli incrementi, spiega Scortichini, erano scaturiti in parte «dalla necessità degli operatori dei servizi turistici, vettori e hotel, di recuperare le perdite subite in pandemia, ma anche per l’aumento esponenziale della richiesta a fronte di una offerta di voli inferiore al passato. Adesso per la prima volta la curva si sta normalizzando e stiamo vedendo un calo dei prezzi dei collegamenti aerei attorno al 5-10%, considerando che si erano registrati aumenti del 40% con punte fino al 70%».
Una mazzata che ha reso il mercato dei viaggi internazionali ad esclusivo appannaggio dei consumatori più facoltosi, tagliando fuori le fasce della popolazione con meno potere d’acquisto, «un fenomeno che si osservava negli anni ’70-80 – ricorda Scortichini – quando viaggiavano solo i ricchi e gli altri al massimo si concedevano una settimana al mare. Venendo meno il monopolio dei grandi vettori aerei che hanno condizionato la ripresa del settore, adesso stiamo assistendo ad un ritorno alla normalità» seppur con una certa gradualità, ma intanto è un segnale positivo, non solo per gli operatori dei viaggi, ma anche e soprattutto per le famiglie.
Il settore registra una certa vivacità grazie anche agli eventi che spingono i viaggi, come ad esempio le Olimpiadi a Parigi, che hanno attirato anche i vacanzieri marchigiani, visto che si tratta di una capitale europea che offre molto anche al di là dell’evento sportivo. In linea generale «l’estate, grazie proprio al calo dei prezzi dei voli sta registrando una buona tendenza, che vede anche il ritorno del segmento medio – basso che fino a qualche tempo fa era un po’ fermo rispetto alla possibilità di viaggiare all’estero. Stiamo assistendo – spiega – ad una ripresa delle vendite, specie sotto data, anche perché l’Italia è ancora cara» e quindi per alcuni è più conveniente andare in vacanza in Tunisia, rispetto a Puglia e Sardegna, solo per fare un esempio.
Per quanto riguarda l’inconming, ovvero il turismo che arriva nel nostro Paese dall’estero «tiene bene il mercato dagli Stati Uniti. L’Italia però deve fare più attenzione ai prezzi e deve alzare la qualità dei servizi, dell’offerta e dell’esperienza presso le strutture ricettive. Grazie alla enogastronomia, alle attività outdoor e al turismo culturale, nei prossimi due – tre anni potremmo tornare appetibili, dopo che l’Italia è scesa dalla quarta alla quinta posizione per le mete mondiali, superata dalla Turchia».
Secondo l’imprenditore, in questo contesto «le Marche devono promuoversi e conquistare i mercati dove ci sono già collegamenti aerei come Francia, Spagna e Germania, ma anche con i Paesi europei vicini come Svizzera e Austria, mercati quasi alto spendenti che possono raggiungere le Marche anche in auto. Molto interessanti poi i mercati di Olanda e Scandinavia, ma per quest’ultima servono collegamenti aerei».