ANCONA – Il mondo politico si divide sulla proposta lanciata ieri sera (27 agosto) dal leader dei 5Stelle Luigi Di Maio di avvallare l’intesa con i dem. Di Maio ha lanciato il voto online sulla piattaforma informatica Rousseau riguardo «la proposta di progetto di governo» che solo in caso di voto positivo «sarà supportata dal M5S» ha scritto Di Maio in un post affidato a Facebook dove ha spiegato che i pentastellati hanno messo «sul piatto 10 punti per l’Italia come base per qualsiasi discussione». «Gli iscritti al M5S hanno e avranno sempre l’ultima parola» ha concluso il leader dei 5Stelle.
Duro il commento del deputato del Pd Mario Morgoni all’ipotesi di votare sulla piattaforma Rousseau: «E’ una fesseria e una scorrettezza gigantesca nei confronti dei propri interlocutori, delle Istituzioni e del capo dello Stato in primo luogo. Una fesseria perché in politica ci si assume la responsabilità delle decisioni e non le si delega al “popolo”. Senza il coraggio delle scelte la politica diventa ostaggio della piazza ed e’ una politica senza dignità. Un gravissimo sgarbo e una presa in giro verso le forze politiche con le quali si è intrapreso un percorso e verso il Capo dello Stato al quale si da il via libera con riserva di bloccare tutto a seguito del pronunciamento della rete. Una vera pagliacciata, che oltretutto poteva essere espletata prima di fare passi impegnativi. E’ l’idea di chi si sente boriosamente collocato su un piedistallo e pensa di trattare gli interlocutori da insignificanti comparse».
Critico anche il senatore della Lega Paolo Arrigoni che invoca le urne e spiega come , quella di chiedere il consenso sulla piattaforma sia una scelta che «manifesta la mancanza di autorevolezza dei 5 Stelle, oltre ad essere un tentativo di liberarsi la coscienza e di scaricare la responsabilità di un’alleanza assolutamente sconclusionata e suicida con il Pd, che è invisa alla loro stessa base». «Chi deve essere interpellato in questo momento – conclude Arrigoni – sono tutti gli italiani con il voto».
Parla di «procedura inaccettabile» il coordinatore regionale di Forza Italia Marcello Fiori. «La Costituzione prevede che nel corso delle consultazioni per la formazione del governo il garante delle procedure istituzionali sia il capo dello Stato, ed è solo lui che può decidere a chi e se affidare l’incarico di formare il governo. È assurdo che questa valutazione possa essere suggerita da una piattaforma che non appartiene neanche ad un partito, ma che è a tutti gli effetti privata e che fa parte di un’associazione della quale non si conoscono neanche le finalità. Questo è completamente al di fuori della logica della trasparenza. Non si conosce neanche la domanda che verrà posta sulla piattaforma, se possa essere un giudizio su come dovrebbero agire i 5Stelle in caso di intesa coi dem, o se si riferisca a chi debba guidare il governo. È inaccettabile. Diverso il discorso se il parere viene chiesto in altre circostanze. Ogni partito o movimento consulta i propri iscritti come ritiene. Anche se tutto dovrebbe accadere secondo regole e norme di trasparenza e garanzia di vera libertà».
Non chiedere il voto su Rousseau sarebbe contro natura secondo la consigliera regionale di Fratelli d’Italia Elena Leonardi. «Per un movimento come i 5Stelle nato sulla democrazia diretta piuttosto che su quella parlamentare, escludere la base da una decisione così importante sarebbe un controsenso, per come si sono sempre presentati in questi 5 anni. Se il movimento non chiede il consenso significa che si sta trasformando in qualcosa di diverso, ma l’incongruenza è loro dal momento che il movimento è costituito da molte anime diverse le cui contraddizioni sono emerse in maniera abbastanza forte. Se i 5Stelle non chiedessero il consenso alla base per loro sarebbe come perdere quella “pseudo verginità” di cui si sono sempre vantati per presentarsi come migliori degli altri. Forse dovrebbero prendere coscienza che questo progetto è fallito».