ANCONA – Primo caso autoctono di febbre da West Nile nelle Marche. Ad essere contagiato è stato un 81enne residente nel comune di Porto Potenza Picena. L’anziano dal 4 settembre si trova ricoverato all’Ospedale di Macerata, prima in terapia intensiva e ora presso una unità di cura a minore intensità dello stesso ospedale. Si tratta del primo caso autoctono, ovvero di infezione nella zona di residenza del soggetto, e non di un caso importato da paesi esteri magari in seguito ad un viaggio.
Il caso è stato notificato la scorsa settimana al ministero della Salute dall’Agenzia Regionale Sanitaria ed è stato confermato dalle analisi del Laboratorio di Riferimento Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità. L’anziano fortunatamente sta meglio.
Trattandosi di un caso autoctono, il rischio è che la malattia possa essere trasmessa dalla zanzara all’uomo, ovvero che la zanzara che ha infettato l’anziano possa pungere anche altri individui. Per questo la Regione Marche ha attivato tutte le procedure previste dal Piano nazionale integrato di prevenzione, sorveglianza e risposta ai Virus West Nile e Usutu.
Il Sistema regionale integrato di sorveglianza delle malattie trasmesse da vettori si sta muovendo sul doppio binario della prevenzione, informando i medici di medicina generale e i pediatri, mappando le zone interessate; inoltre verranno eseguiti dei monitoraggi nella zona di residenza della persona infettata per valutare se le zanzare catturate in quell’area siano positive al virus. Per fare questo il dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta 3 dell’Asur, insieme all’Istituto zoo profilattico sperimentale di Umbria – Marche, con il Creve (centro di referenza malattie trasmesse da vettori), svolgeranno attività diagnostiche e di ricerca del virus.
Il centro regionale sangue sarà invece impegnato fino al 30 novembre nel controllo delle sacche di sangue donato nell’ultimo periodo, per scongiurare la presenza del virus, dal momento che zanzare portatrici potrebbero infettare altre persone. L’Istituto zoo profilattico posizionerà delle trappole per catturare le zanzare che saranno studiate sia in base al tipo che alla numerosità; inoltre le culex saranno analizzate per stabilirne l’eventuale positività al virus.
COS’E’ LA WEST NILE? INTERVISTA AL PRIMARIO DELLA CLINICA DI MALATTIE INFETTIVE DI TORRETTE
Il virus della West Nile è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto dal quale prende il nome. In Italia nel 2018, come anche in altri Paesi dell’Europa centro-meridionale è stato registrato un notevole aumento della circolazione del West Nile, con 606 casi umani di infezione confermati, dei quali 239 manifestati nella forma neuro-invasiva in 6 Regioni (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Veneto), 299 casi come febbre e 68 identificati in donatori di sangue asintomatici. Tra i casi neuro-invasivi sono stati registrati 49 decessi.
Professor Giacometti cos’è la West Nile?
«È una malattia provocata da un arbovirus che solitamente colpisce gli animali, dai mammiferi agli uccelli, e che viene trasmesso dalla puntura di zanzara, soprattutto di tipo Culex (ovvero la zanzara comune). Casi di questo tipo sono comparsi in Italia da una decina di anni circa, favoriti dal cambiamenti climatico che ha causato una tropicalizzazione. Veicolo di trasmissione possono essere anche i trapianti di organi, le trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con chi è infetto. In alcuni casi il virus può infettare anche animali domestici come cani, gatti, conigli e altri».
Quali sono i sintomi nell’uomo?
«Solitamente le persone che contraggono la febbre West Nile non si accorgono di essere state contagiate perché scambiano i sintomi con quelli di una semplice influenza. Infatti l’infezione può manifestarsi con malessere generale, mal di testa, nausea. Ecco perché la maggior parte dei casi ci sfuggono e ci accorgiamo solo dei casi più gravi nei quali può sfociare in encefalite e richiedere il ricovero della persona infettata».
Il fatto che il contagio sia avvenuto in maniera autoctona può comportare dei rischi per la popolazione?
«Innanzi tutto le persone possono difendersi dall’infezione cercando di evitare le punture di zanzara. Un dato positivo è che la zanzara veicolo del virus risente del freddo, per cui ci si attende una naturale riduzione delle infezioni con l’abbassamento delle temperature e l’arrivo ella stagione autunnale. In ogni caso non esiste un farmaco antivirale efficace».
I CONSIGLI PER NON ESSERE PUNTI
Ecco i consigli della Pf Prevenzione e Promozione della Salute dell’Agenzia Regionale Sanitaria per evitare le punture delle zanzare:
- Utilizzare con moderazione repellenti cutanei per uso topico; è necessario, comunque, attenersi scrupolosamente alle norme indicate sui foglietti illustrativi dei prodotti repellenti, non utilizzarli sulle mucose o su regioni cutanee in presenza di lesioni e porre particolare attenzione al loro impiego sui bambini e donne in gravidanza e in allattamento;
- Indossare indumenti di colore chiaro che coprano la maggior parte del corpo (camicie a maniche lunghe, pantaloni o gonne lunghi e calze);
- Alloggiare in stanze dotate di zanzariere alle finestre e alle porte d’ingresso avendo cura di controllare che queste siano integre e ben chiuse;
- In caso di presenza di zanzare in ambienti interni, utilizzare spray a base di piretro o altri insetticidi per uso domestico, oppure utilizzare diffusori di insetticida elettrici, areando bene i locali prima di soggiornarvi