ANCONA – All’indomani delle proteste dei ristoratori a Roma per manifestare contro le chiusure e il mancato arrivo dei ristori, nelle Marche scoppia il “caso Portonovo”. I ristoratori della Baia, con la regione ancora in zona arancione non se la sentono di riaprire i locali troppo lontani dalla città e attendono il rientro in zona gialla. Se prima della pandemia, le riaperture avvenivano in coincidenza della Pasqua, ai tempi del covid è tutto stravolto.
La deadline per ora è quella del 25 aprile o al massimo il Primo Maggio, ma ancora non ci sono certezze e questo non fa che stressare un sistema che dà lavoro a quasi 400 persone tra diretti e indotto.
«Non c’è ancora una data – afferma Simone Baleani, chef del ristorante Il Molo – , è tutto in standby, anche se noi siamo tutti pronti a partire». Di sicuro si attende la zona gialla, per poter lavorare almeno a pranzo, ma anche in questo caso mancano certezze: «Ci hanno lasciato in un limbo e non sappiamo ancora niente, possiamo, per ora, solo fare ipotesi. Ci sentiamo come dei purosangue costretti a rimanere nei box: abbiamo voglia e bisogno di fare, perché l’entusiasmo c’è, ma non riusciamo a partire».
Lo chef fa notare che l’anno scorso non ci sono state criticità legate alle riaperture, nessun caso positivo nella Riviera del Conero «una testimonianza che ci sentiamo di riproporre». Baleani è prudente e aspetta di vedere «cosa prevedrà la zona gialla, perché i cambiamenti sono in divenire».
La sola apertura a pranzo per attività decentrate come quelle nella Baia non aiuta di certo ma un altro nodo cruciale è anche quello dell’orario del coprifuoco: «È fortemente limitante andare a cena dovendo rientrare a casa per le 22, bisogna essere ottimisti ma anche realisti. Capisco i colleghi che hanno manifestato a Roma, perché l’esasperazione è alta e le criticità sono molte: è un momentaccio per la nostra categoria. Se il meteo ci aiuta e la curva pandemica si tiene bassa, noi siamo pronti a ripetere quello che abbiamo fatto di buono l’anno scorso, adeguandoci ai protocolli con grande rigore».
Ezio Giacchetti, titolare del ristorante omonimo a Portonovo, concorda sulla scarsa convenienza per le attività della Baia di riaprire in zona arancione: «Aprire un ristorante solo per venti o al massimo trenta asporti non ci conviene, anche perché poi se si ritorna in zona rossa il rischio è quello di aprire per poi chiudere subito. Aspettiamo di vedere come evolve la situazione, ma appena torneremo in zona gialla contiamo di riaprire e assumere il personale che da anni lavora con noi».