ANCONA – Le Marche compiono un nuovo passo verso la riconquista della normalità. Con la zona bianca che scatta dal 21 giugno, viene eliminato il limite sugli spostamenti notturni, coprifuoco, e possono riaprire alcune attività, fra le quali ci sono anche le discoteche, ma si tratta di una riapertura per così dire a metà, dal momento che in questi locali non si potrà ancora ballare, ma solamente ascoltare musica.
Una situazione paradossale secondo i gestori. «Chi vuole ascoltare musica non viene in discoteca ma va da un’altra parte – spiega Maurizio Casarola, delegato per le Marche di Asso Intrattenimento, il sindacato dei locali da ballo di Confindustria – nei nostri locali le persone vengono per ballare». Per Asso Intrattenimenti, tra limiti e misure rigide, solo il 5% dei locali da ballo presenti nelle Marche riaprirà i battenti questa estate. Si tratta di quella quota di locali che hanno piste anche all’aperto.
Per tutti gli altri non se ne parla prima di ottobre, nella speranza che grazie alla campagna vaccinale non ci siano nuove ondate pandemiche. A preoccupare questi imprenditori sono le restrizioni presenti per questa tipologia di attività che vedono protocolli molto stringenti: dall’obbligo della mascherina anche in pista al distanziamento imposto durante il ballo, misure che secondo Casarola sono così stringenti solo per le sale da ballo.
«Tra settembre e ottobre dello scorso anno, quando è iniziata la seconda ondata – spiega – ci hanno tacciato di essere untori ma in realtà il problema è da un’altra parte». I gestori puntano il dito contro le balere abusive e la mancanza di controlli. «In Umbria e anche nelle Marche ci sono locali dove si è continuato a ballare in barba al divieto – denuncia Casarola – questo perché sono mancati controlli. Se noi dobbiamo stare chiusi, rimettendo fatturato e continuando a pagare le ingenti spese fisse, allora non è giusto consentire neanche ad alcuni chalet di poter permettere balli abusivi. Abbiamo testimonianze filmate di quello che avviene in alcuni locali».
Il delegato di Asso Intrattenimenti puntualizza «vogliamo riaprire in sicurezza, per la sicurezza dei nostri clienti, ma anche per la nostra, ci teniamo a garantire un divertimento sano e sicuro», ma servono dei punti fermi ovvero un protocollo che consenta ai locali di poter lavorare. Va bene il green pass, precisa, ma «se questo consente di poter entrare in una discoteca o in una sala da ballo per poter ballare e non solo per ascoltare musica, perché nessuno vorrà pagare un biglietto di ingresso solo per ascoltare musica».
L’associazione chiede più controlli e fa notare che se i ragazzi non potranno andare a ballare nel fine settimana con i locali chiusi, finiranno per assembrarsi nelle piazze o in altri luoghi che sfuggono al controllo.