Ancona-Osimo

Marche verso la zona gialla, Menzo: «Ancora effetto variante Delta. Puntare su terze dosi e vaccino ai bambini»

Mentre le Marche si avvicinano a grandi passi verso il cambio di colore, il virologo spiega che i contagi continueranno a crescere ancora e che occorre puntare su terze dosi e vaccinazione della fascia 5-11 anni

Stefano Menzo
Il direttore della Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona, Stefano Menzo

ANCONA – Marche sempre più vicine alla zona gialla che scatterà dal 27 dicembre, nonostante la variante Omicron non sia stata ancora rilevata dal Laboratorio di Virologia dell’ospedale regionale di Torrette. Lo fa sapere il virologo Stefano Menzo. «Quello che stiamo vedendo è ancora l’effetto della variante Delta» spiega. Ricordiamo che era stato individuato nei giorni scorsi un caso positivo alla variante Omicron dallo Spallanzani di Roma, relativo ad una giovane di Tolentino, ma nessun nuovo caso è emerso, al momento, dal laboratorio di Torrette.

Nell’ultima settimana prosegue il rimbalzo dei casi positivi al virus e anche i ricoveri continuano a crescere tanto che ieri – 15 dicembre – l’area medica è arrivata ad un soffio dal 15% (14,6%) soglia stabilita come critica per il passaggio in zona gialla, dal momento che lo sforamento in terapia intensiva e sul fronte dell’incidenza è già avvenuto.

Insomma si prospettano festività in zona gialla per le Marche. In ogni caso secondo il virologo «nonostante possa essere operata una riorganizzazione dei posti letto e dei reparti, occorre ridurre i contagi» puntando su restrizioni e «vaccinazioni».

Il professor Menzo torna a ribadire l’opportunità di vagliare una «chiusura anticipata delle scuole» per raffreddare la curva dei contagi: «È importante dare il tempo alle vaccinazioni dei bambini di procedere – afferma – prima di riaprire le scuole. Il virus si sta diffondendo molto nei giovani che vanno a scuola e non sono ancora vaccinati, qui ha presa facile, ma se riusciamo a fermare un po’ quel canale, forse riusciamo a rallentare la progressione».

Insomma per il virologo occorre puntare sulla vaccinazione dei bambini fra i 5 e gli 11 anni e sulle terze dosi. Dubbioso invece sull’efficacia di una eventuale ordinanza per imporre l’obbligo di mascherina all’aperto che riente «non rappresenti una soluzione» e che potrebbe essere utile per limitare la diffusione del contagio tra i giovani «nei contesti extrascolastici e in caso di assembramenti».

Parlando della nuova variante in relazione alla copertura vaccinale, Menzo spiega «non abbiamo avuto ancora modo di verificare in vitro e dal vivo, ma dal lavoro dei colleghi Israeliani, sembra che il vaccino perda di efficacia e la terza dose abbia ancora una efficacia residua non ottimale, ma meglio di niente».

Il virologo aggiunge «in vitro abbiamo visto che la terza dose genera una qualità di anticorpi molto superiore di quelli della seconda dose, efficace anche contro varianti molto refrattarie come Sudafricana: la terza dose ci da qualche speranza soprattutto se recente». In ogni caso ritiene che la curva continuerà ancora la sua crescita finché non ci sarà una progressione sul fronte delle terze dosi e sulla vaccinazione dei bambini 5-11 anni.