ANCONA – Una cittadina anconetana, ma residente a Camerano, stamattina (17 luglio) è stata vittima di una vicenda singolare e inquietante. Alessandra Capici, nota cantante lirica, l’ha raccontata sul suo profilo Facebook e, naturalmente, ha provveduto a descrivere tutto ai carabinieri. Ecco il suo racconto che merita di essere ricordato: «Questa mattina alle ore 9.15 circa uscendo dal distributore Elios direttissima del Conero a Camerano, ndr) direzione Ancona c’era una macchina Fiat Punto di colore grigio parcheggiata sul lato destro della strada più o meno davanti all’azienda Moncaro. Al mio passaggio ho sentito un un colpo fortissimo che mi ha fatto sterzare violentemente tanto da invadere per un attimo la corsia opposta. Non mi sono fermata e la macchina grigia ha iniziato a seguirmi. All’altezza del distributore Traversa in prossimità della rotatoria ho avuto la conferma perché, invece di proseguire per Ancona sono tornata indietro. La macchina decelerava e poi accelerava d’improvviso venendomi sotto e suonando il clacson per più volte. Al distributore IP, dopo aver cercato di farmi fermare, ha desistito e ha fatto inversione. Dallo specchietto ho visto benissimo un uomo sui trenta, trentacinque anni, capelli ondulati corti e corvini, pizzetto e baffi, abbronzato o olivastro in volto, orecchino a cerchietto sul lobo sinistro. La targa non ho potuto prenderla perché mi stava troppo sotto e io ero nel panico. Credo che abbia sparato con una pistola ad aria compressa o qualcosa di simile. Ho avuto paura, lo sportello è chiaramente rovinato ma meglio quello che la mia testa. I carabinieri li ho avvisati».
Alessandra Capici conclude il post avvertendo i lettori di Facebook e i suoi amici: «State attenti e non fermatevi mai».
Raggiunta al telefono, Alessandra Capici ha fornito altri dettagli: «Ero molto agitata. Mentre ero in auto ho chiamato in vivavoce mio marito e mentre parlavo con lui guardavo questa persona che si metteva dietro la mia auto e mi faceva un gesto come per chiedere di fermarmi. Io in risposta gli ho fatto il classico gesto che significa ma che vuoi. A quel punto è entrato velocemente al distributore che era lì ed è tornato indietro. Ho raggiunto mio marito e poco dopo abbiamo telefonato insieme ai carabinieri che mi hanno detto che se li avessi chiamati immediatamente, forse lo avrebbero raggiunto. Ma il fatto che abbia descritto bene la fisionomia della persona e il tipo di auto potrebbero aiutarli. Però in quella zona ci sono tantissime telecamere, comprese quelle del distributore Elios, ho scritto che era davanti all’azienda Moncaro ma poi ci sono ripassata, tornando a casa, probabilmente era nella piazzettina subito dopo: se uno volesse visionare le telecamere, magari lo troverebbe. Non posso dire con certezza che mi abbia sparato, chiaro, il segno sulla fiancata destra della mia auto sembra fatto con un punteruolo (come mostra la foto, ndr), il rumore è stato esplosivo e mi fa pensare a un’arma ad aria compressa, difficile che da quella posizione, mentre la mia auto era in movimento, sia riuscito a colpirmi lanciandomi un sasso mentre era dentro l’abitacolo».
Sulla vicenda il comandante della compagnia Carabinieri di Osimo, Luigi Ciccarelli: «La mia supposizione, da quello che si legge, è che si tratti della truffa dello specchietto, classico modus operandi che utilizzano le persone che simulando un danneggiamento dell’autovettura attraverso un rumore provocato volontariamente su un’altra auto, lasciano intendere che ci sia stato un danno del proprio mezzo e chiedono il risarcimento. Se la signora ci avesse chiamato subito avremmo tentato di intervenire immediatamente sul posto per identificare la persona e l’auto in questione».