ANCONA – I lavori per la riapertura del Bar del Duomo inciampano di nuovo sulla burocrazia. Questa volta ad ostacolare il cantiere per la ristrutturazione dell’immobile è il patentino OG2 che abilita le imprese edili ad eseguire lavori di ristrutturazione o manutenzione di beni immobili sottoposti a tutela ambientale e culturale. Infatti a richiedere la specifica è la Soprintendenza , in particolare riguardo il lavoro di restauro delle mura perimetrali della struttura.
L’odissea
É veramente un’odissea quella del ritorno in attività di uno dei luoghi più suggestivi della città. Nove anni di false partenze, tra ritrovamenti archeologici, dispute sul contratto di affitto, difficoltà a reperire ditte costruttrici. E che siano pure in possesso di un requisito che sembra una rarità tra le aziende del settore. «Ne abbiamo trovate, a dire la verità, ma tutte del napoletano – afferma Ambrosio – mentre io preferirei lavorare con aziende del posto». Ma, a quanto pare, nel raggio di chilometri sembra impossibile intercettare l’impresa giusta con tutte le carte in regola per iniziare i lavori al Bar Del Duomo. «Ma ci sarebbero anche – precisa il ristoratore – solo che sono tutte impegnate col bonus 110». Altro ostacolo che dall’inizio dell’anno ha impedito all’imprenditore di trovare una ditta disponibile a cui affidare il progetto. Insomma, il complotto degli ostacoli alla rinascita del Bar del Duomo continua.
Le prospettive
«Se tutto va bene, conto di riaprire a giugno dell’anno prossimo – afferma Ambrosio – prima la vedo dura». Ormai l’estate è andata. «Luglio e agosto di quest’anno nemmeno li considero per trovare l’azienda con i requisiti richiesti – continua il ristoratore – se ne riparlerà a settembre». Quindi la ricerca va in pausa, e da fine estate si riapre la caccia all’impresa col patentino fatidico. Nella migliore delle ipotesi, se tutto dovesse filare liscio, almeno questa volta, il taglio del nastro ai lavori potrebbe arrivare prima della fine dell’anno. In primavera le ultime rifiniture. E poi, finalmente, a giugno, l’inaugurazione. Ma intanto l’affitto va giù. «Un anno di mensilità senza lavorare sono 25 mila euro che se ne vanno così» puntualizza Ambrosio. Infatti quella è la cifra annuale pattuita da contratto di concessione. E veder andare in fumo una somma per niente irrisoria non fa fare salti di gioia all’imprenditore, che comunque resta ottimista e punta dritto all’obiettivo. «Penso solo a riconsegnare questo posto alla città – dice Ambrosio – dopo tanti anni di sacrifici, ne faremo un altro ancora. L’importante è che siamo entrati nell’ultimo miglio».