Ancona-Osimo

Ancona, sit-in di protesta a Villa Adria: i lavoratori chiedono il contratto della sanità privata

Oltre l'80% dei lavoratori hanno aderito allo sciopero indetto da Fp Cgil per protestare contro il gap salariale dei neo assunti dalla struttura che si occupa di riabilitazione

ANCONA – Sit-in di protesta ad Ancona dei lavoratori di Villa Adria. Nella struttura sanitaria, ubicata in via Flaminia, lavorano 110 operatori, di cui una ventina di medici. A spingere allo sciopero, proclamato per oggi – 17 ottobre – , dalla Fp Cgil di Ancona, che ha registrato una adesione oltre l’80%, la diversità di trattamento salariale tra i neo assunti e gli altri dipendenti.

Al motto di “stesso lavoro, stessi diritti” i dipendenti neo assunti hanno chiesto il riconoscimento del contratto della sanità privata ospedaliera. I nuovi dipendenti della struttura, infatti, in seguito al rinnovo contrattuale «hanno un contratto peggiorativo, che per i neoassunti significa dai 200 ai 400 euro in meno al mese» spiega Giorgio Paterna, Fp Cgil Ancona perché la struttura dal 2013 «applica un contratto inadeguato per l’attività svolta dai lavoratori che sono a tutti gli effetti ‘ospedalieri’ e quindi necessitano del corretto contratto di settore».

Un momento del sit-in ad Ancona

Aperta nel 1949 come casa di cura polispecialistica, Villa Adria è un punto di riferimento nelle Marche nel settore della riabilitazione neurologica anche di gravi cerebrolesioni e mielolesioni e dal 2004 è anche centro coordinatore per riabilitazione multidisciplinare della Sclerosi Multipla.

«La Regione – spiega Paterna -riconosce alla struttura la remunerazione delle prestazioni come tariffe ospedaliere, ma i nuovi lavoratori non hanno un contratto ospedaliero: oltre al gap economico, non hanno progressioni orizzontali e svolgono un orario di 38 ore settimanali contro 36 ore della sanità privata».

«Fa specie – aggiunge – che durante pandemia questi lavoratori erano considerati eroi e angeli, mentre adesso sono trattati a basso costo: ci siamo già dimenticati del loro impegno? Oltretutto – fa notare – proprio la struttura ha pagato il ‘prezzo’ della pandemia con un lavoratore morto con Covid».

«I posti letto accreditati – spiega – sono in prevalenza ospedalieri. Senza il dovuto riconoscimento, siamo pronti a proseguire con altre iniziative di sciopero, ancora più forti».