ANCONA – Avevano messo in piedi un mercato dello spaccio di cocaina purissima, che arrivava dall’Albania attraverso il porto dorico e che riusciva a fruttare 70mila euro al mese. Condannati a sei anni ciascuno i componenti di una banda macedone-albanese smantellata un anno e mezzo fa dai carabinieri di Osimo e che riforniva di droga l’intera provincia: Edmond Hidri, 37 anni, albanese, residente a Potenza Picena, Kleo Shuturiqi, 39 anni, anche lui albanese e ritenuto il leader della banda, residente a Recanati e Fatmir Dauti, 29 anni, macedone, residente a Chiaravalle.
I tre avrebbero mantenuto i contatti per un canale di approvvigionamento di cocaina purissima nell’hinterland anconetano, utilizzando come luogo di scambio una strada, via Saline, a Casine di Paterno, frazione anconetana. Proprio lì è scattato il blitz dei carabinieri di Osimo, il 21 novembre 2016, già alle calcagna della banda alla quale erano arrivati con appostamenti e intercettazioni durati mesi.
In quella occasione i militari trovarono due operai jesini, un uomo e una donna (entrambi già condannati per gli stessi fatti, nel corso di un altro processo), che avevano appena ritirato un pezzo da 500 grammi di cocaina ancora cristallizzata, lasciato vicino ad un cartello stradale. La donna aveva tentato invano di nasconderlo ma l’arrivo tempestivo dei carabinieri non le avevano lasciato scampo. I due erano arrivati nella zona a bordo di un’auto. Poco prima Hidri aveva lasciato il pacchetto in via Saline. Da quell’episodio i carabinieri arrivano dritti al presunto leader della banda, Shuturiqi, che aveva fatto della casa a Recanati la base da cui partiva la droga per essere spacciata.
Ieri la condanna al tribunale di Ancona, per tutti e tre, difesi dall’avvocato Gabriele Galeazzi, con il rito abbreviato, a sei anni ciascuno più il pagamento di 26mila euro di multa. Scontato il ricorso in appello.