ANCONA – Le Marche risultano la regione italiana con la maggiore copertura di studi per la riduzione del rischio sismico. L’87% dei comuni marchigiani è stato completamente microzonato: tutti (100 per cento) hanno avuto una verifica di primo livello, la quasi totalità anche quella di secondo livello. Rimangono 26 comuni da completare, con la conclusione degli studi prevista entro il 2020. È quanto emerge dall’ultima riunione della Commissione tecnica nazionale per gli studi di microzonazione sismica, finalizzati a contenere i danni causati dai terremoti.
Dopo quello de L’Aquila del 2009, il Parlamento ha istituito un fondo per la prevenzione del rischio sismico (Legge 77/2009), da utilizzare per migliorare gli edifici esistenti e per valutare, almeno al primo livello, la pericolosità sismica locale (microzonazione). «A partire dal 2012 le Marche hanno cofinanziato il fondo e intensificato le indagini geologiche per la prevenzione sismica – afferma l’assessore alla Protezione civile, Angelo Sciapichetti – Attraverso la microzonazione recuperiamo informazioni utili per il governo del territorio, la progettazione urbanistica, la pianificazione dell’emergenza. Non perdiamo di vista la prevenzione, compresa quella non strutturale, tanto da risultare la Regione più virtuosa nel rapporto tra contributi disponibili e indagini realizzate».
Gli studi consentono di riconoscere le condizioni locali che possono modificare il moto sismico atteso. Sostanzialmente permettono di valutare la pericolosità sismica in maniera puntuale, in riferimento alle costruzioni e alle infrastrutture esistenti. Le informazioni recuperate sono utili nell’ambito della pianificazione territoriale e urbanistica, nel campo dell’emergenza, nella progettazione delle opere.