ANCONA – In arrivo un’altra ondata di calore record. Durante il weekend si registreranno punte massime di 38-39 gradi nei fondovalle e bassa collina. Andrà meglio lungo la costa dove la colonnina di mercurio si fermerà intorno ai 32-33 gradi con toccate fino a 34-36 gradi. Ma l’eccezionalità dell’evento climatico fa già tremare gli operatori sanitari, già in forte stress per l’incremento di accessi ai presidi ospedalieri per via del caldo che va a sommarsi al rialzo dei contagi per covid.
Le previsioni
Sarà un weekend a dir poco infernale. Da domani cominceranno a farsi sentire i primi effetti dell’arrivo dell’anticiclone africano rinominato, appunto, Apocalisse. Ma il picco dell’afa si registrerà tra sabato e domenica. L’unico dato positivo: «il livello di umidità non sarà troppo elevato – precisa il meteorologo Massimiliano Fazzini – dunque la temperatura percepita si discosterà di poco da quella reale».
Ma saranno comunque giornate infernali. E a preoccupare maggiormente gli esperti di clima è la costante assenza di piogge. «Ci stiamo attestando su un regime climatico subdesertico – continua Fazzini – e con le scorte idriche siamo avanti di almeno un mese». In pratica il quadro complessivo di questa metà di luglio di solito si presenta dopo la metà di agosto. «Se facciamo somma delle problematiche antropiche e di quelle naturali – sottolinea il meteorologo – la situazione è veramente critica».
Pressing sugli ospedali
Intanto le strutture ospedaliere cominciano ad andare sotto pressione. Gli accessi per patologie legate al caldo hanno subito un rialzo di circa il 20% nell’ultimo mese. Una situazione ancora gestibile, non fosse, però, che all’emergenza si affianca anche l’ascesa dei contagi da covid. Ma, per fortuna, tutti senza particolari complicanze. Infatti si tratterebbe di ricoveri di soggetti che, una volta testati, risultano positivi al virus. Dunque ricoveri non causati dal covid. «Dal punto di vista aneddotico – spiega il direttore del dipartimento di medicina dell’Inrca, il dottore Roberto Antonicelli – sono per lo più casi di disidratazione in soggetti fragili, in particolare anziani non presidiati». E, seppure in quota decisamente minore, anche tra i giovani sono stati effettuati interventi per motivi legati al caldo. «Il più delle volte soggetti che si sono esposti per troppo tempo al sole e perciò hanno ravvisato i sintomi di una pre-lipotimia, ovvero il classico mancamento» precisa Antonicelli.
La prevenzione
Dunque le raccomandazioni non sono altro che le solite misure di attenzione da adottare quando si verificano condizioni meteo di questo tipo: evitare l’esposizione al sole e al caldo nelle ore di punta, «bere almeno un litro e mezzo di liquidi al giorno, soprattutto chi assume farmaci diuretici» puntualizza Antonicelli, e presidiare una buona alimentazione. Ma la prevenzione, di questi tempi, dev’essere applicata anche alle buone pratiche quotidiane legate al consumo di acqua. «Vietato sprecare – raccomanda Fazzini – si faccia attenzione all’irrigazione dei giardini privati o ad abitudini un tempo scontate come ad esempio lavare l’automobile».