ANCONA – Cento metri di costa sottostante la falesia del Cardeto ancora interdetti al passaggio perché a rischio crollo massi. Ma la giunta comunale ha approvato il progetto definitivo esecutivo per l’opera di messa in sicurezza. Ed entro metà maggio sarà convocata la conferenza dei servizi cui parteciperanno la Regione Marche, il Parco del Conero, la Marina Militare, la Capitaneria di Porto e altri enti per acquisire pareri, nulla osta e assensi così da potere produrre un progetto il più integrato ed efficace possibile, che verrà illustrato successivamente ad associazioni e i cittadini.
Il tratto interdetto
Dal 2017 un’ordinanza comunale aveva vietato il passaggio pedonale lungo lo stradello della Grotta Azzurra, che da via panoramica conduce alla spiaggia sottostante. Una misura di sicurezza preventiva presa in seguito ai continui attraversamenti del tratto di costa già interdetto precedentemente a causa dei continui crolli di massi e spesso non rispettato dai bagnanti. Così il sindaco Valeria Mancinelli si è vista costretta ad intervenire per mezzo di un’ordinanza specifica che ha vietato il passaggio e lo stazionamento per un tratto di costa di circa 110 metri che va dalla grotta numero 9 alla grotta 104. Nel frattempo l’amministrazione ha avviato le procedure per le opere di risanamento della falesia, grazie anche ad un intervento economico di 2,6 milioni di euro stanziato dalla Regione Marche. Il progetto, affidato ad una società di ingegneria specializzata, è giunto alla sua fase definitiva ed è stato approvato in sede di giunta comunale. Ma adesso dovrà passare al vaglio della Conferenza dei servizi per le opportune verifiche ed eventuali modifiche.
La fase esecutiva
Prima di entrare nella fase esecutiva del progetto manca soltanto il passaggio in Conferenza dei servizi che con tutta probabilità «si svolgerà entro la metà di maggio» riferisce l’assessore comunale ai lavori pubblici, l’ingegnere Paolo Manarini. Durante il confronto con gli enti interessati si dovranno discutere gli aspetti più tecnici del progetto e «nel caso dovessero emergere prescrizioni particolari – continua Manarini – dovremo apportare le relative modifiche al progetto per renderlo appellabile». Ma tutto sommato si è arrivati alla fase finale dell’opera di tutela ambientale. Nella migliore delle ipotesi i lavori potrebbero anche terminare entro l’anno, sempre che la tabella di marcia non subisca stravolgimenti. Nel progetto sono compresi anche interventi di accantonamento del materiale che viene disgaggiato, ovvero distaccato dalla roccia, trasportato a terra e poi accantonato sulla riva in un luogo lontano da dove vengono eseguiti i lavori. «Siamo molto soddisfatti di questo progetto – conclude l’assessore – anche questo è uno degli obiettivi posti dall’amministrazione e che si sta realizzando insieme a tutti gli altri progetti messi in campo».