Ancona-Osimo

Gli architetti delle Marche contro il Codice Appalti: «L’adozione delle nuove regole sarebbe un passo indietro»

A lanciare l'allarme la coordinatrice dell'Ordine, Viviana Caravaggi Vivian durante l'incontro, nei giorni scorsi, con l’onorevole Antonio Baldelli membro della Commissione Trasporti della Camera dei deputati

ANCONA – ll testo del nuovo Codice degli Appalti rivela criticità che segnano un netto passo indietro rispetto ad alcuni temi strategici. A lanciare l’allarme è la Federazione degli Ordini degli Architetti delle Marche.

«Con l’introduzione del nuovo Codice degli Appalti si rischia di impedire alle amministrazioni di realizzare le opere pubbliche nel rispetto dei tempi del PNRR mettendo a rischio milioni di finanziamenti». Ecco come Viviana Caravaggi Vivian, Coordinatrice della Federazione regionale degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha introdotto l’incontro che si è svolto nei giorni scorsi con l’On. Antonio Baldelli, membro della Commissione Trasporti della Camera dei deputati e ha lanciato l’allarme sulla bozza in tema di appalti del nuovo Codice dei Contratti proposta dal Governo Meloni.

«Il nuovo testo così come proposto – ha detto l’Arch. Caravaggi Vivian che è Presidente dell’Ordine di Ancona avviando il tavolo di confronto con la presenza di tutti i presidenti degli altri Ordini territoriali degli Architetti Paola Amabili, Andrea Coscia, Vittorio Lanciani e Carmen Storoni – cancella una serie di elementi che, come architetti, riteniamo fondamentali e per i quali nelle Marche abbiamo fatto una serie di passi avanti anche rispetto alla realtà nazionale». Il riferimento è al protocollo tra la Federazione regionale e la Regione Marche siglato negli scorsi mesi che guarda decisamente alla Qualità della progettazione nell’interesse della riqualificazione delle città e dei territori. «Così si rischia un passo indietro rispetto agli intendimenti condivisi – ricorda – nati nella volontà di preservare la qualità e la centralità del progetto architettonico razionalizzando processi e superando gli scogli burocratici senza mettere in discussione il valore dell’opera architettonica quale elemento destinato alla collettività e soprattutto senza rischiare che non venga realizzato nei tempi previsti».

Secondo gli Architetti marchigiani se la nuova normativa venisse approvata così come proposta si introdurrebbe l’appalto integrato con il progetto realizzato direttamente dalle imprese edili a discapito della qualità e rendendo i tempi per aprire un cantiere e le successive fasi per il completamento dello stesso non sostenibili». Le proposte di emendamento le abbiamo presentate tramite il nostro Consiglio Nazionale e nell’ambito della Rete delle Professioni Tecniche – ricorda la Caravaggi che ha chiesto a nome dei colleghi all’On. Baldelli l’impegno a sostenere la posizione degli Architetti – ma spiace constatare come il lavoro svolto sui territori prima e dal Consiglio Nazionale degli Ordini degli Architetti poi, non sia stato adottato, forse nemmeno considerato».
Il riferimento riguarda la scelta dei concorsi quale strumento per l’affidamento dei servizi di progettazione che è stata ridimensionata così come la riduzione delle procedure di affidamento che, con l’abbassamento della soglia dei controlli, rischia di dare spazio all’illegalità. «Nelle Marche – insiste – le conseguenze delle recenti calamità naturali ci fanno ritenere che i rischi sismici e idrogeologici siano stati sottovalutati. Siamo convinti che l’analisi e la progettazione di interventi di rinforzo strutturale, di manutenzione straordinaria e di progettazione del nuovo con la disponibilità finanziaria assicurata dai fondi del PNRR ed Europei possa condurci finalmente sulla via della qualità del ricostruito e sulla rigenerazione dei borghi contribuendo fattivamente alla prevenzione di futuri eventi tragici».