ANCONA – In occasione della festa di san Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, quest’anno saranno le Marche ad offrire l’olio per la lampada votiva che arde dinanzi alla tomba del santo. Il 4 ottobre ad Assisi, il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, a nome di tutti i Comuni italiani, accenderà la lampada votiva durante la solenne celebrazione eucaristica. Per un intero anno questa lampada sarà alimentata dall’olio offerto, a nome di tutti gli italiani, dai marchigiani.
L’iniziativa che, ogni anno, richiama migliaia di pellegrini, quest’anno per le norme anticontagio sarà circoscritta a 1700 pellegrini delle diocesi marchigiane e circa 80 sindaci delle Marche. I fedeli presenti potranno assistere alle celebrazioni liturgiche attraverso i maxischermi che verranno posizionati nei piazzali antistanti la basilica di santa Maria degli angeli il 3 ottobre pomeriggio e la basilica superiore del sacro convento il 4 ottobre.
«L’olio che le Marche offriranno – dichiara padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del sacro convento di Assisi – rappresenta la volontà di lenire le ferite dell’Italia e della regione, colpite dal covid-19. Le Marche escono anche da un momento drammatico che ha riguardato il porto di Ancona. Un porto che ha segnato un momento storico della vita di san Francesco: partendo per l’oriente e incontrando il sultano, il santo ha dimostrato di saper incontrare l’altro attraverso il dialogo e la prossimità. Credo che oggi l’Italia abbia bisogno di dialogo e di incontro».
Sono passati ottantuno anni da quando, il 18 giugno 1939, papa Pio XII proclamò san Francesco d’Assisi patrono principale d’Italia e si avviò allora la tradizione che vede ogni anno una regione italiana offrire l’olio per la lampada che arde sulla tomba del santo. In questo anno 2020, per la quinta volta toccherà alle Marche e, in particolare, ai suoi sindaci rappresentare tutto il Paese.
«Sono onorata e emozionata – dichiara Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona e presidente facente funzioni di Anci Marche – perché farò questo gesto simbolico a nome di tutti i sindaci delle Marche e d’Italia. La forza attuale della rivoluzionarietà del santo sta nel fatto che ha praticato il vangelo, non lo ha solo predicato».
«Le Marche sono la regione più francescana d’Italia – sottolinea mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo – nel 1208 san Francesco venne in questa terra per annunciare il vangelo e tornò qui tante volte. Nel 1219 partì dal porto di Ancona per l’oriente, dove incontrò il Sultano, portando un messaggio di pace. Inoltre questa è la terra dove sono nati i fioretti di san Francesco. Andare ad Assisi per noi è un grande onore e, come Chiesa, significa andare da colui che ha vissuto il vangelo con radicalità». L’anno scorso l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, insieme ad altri enti, ha organizzato un ricco programma per la ricorrenza degli 800 anni dalla partenza di san Francesco dal porto di Ancona per la terra santa e mons. Spina ha annunciato che «il 16 ottobre alle ore 17.30, presso l’aula magna dell’università politecnica delle Marche ad Ancona, il cardinale Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia, chiuderà l’anno francescano».
Ricco anche il programma ad Assisi il 3 e il 4 ottobre, quando papa Francesco effettuerà una visita privata alla tomba del santo, dove firmerà l’enciclica “Fratelli tutti”. Padre Massimo Travascio, custode di santa Maria degli angeli, assicura che «tutto è pronto per accogliere i marchigiani» e che il 3 ottobre «ci sarà il riconoscimento “Rosa d’Argento”, dedicato alle donne del notro tempo che si sono distinte per fede, speranza e carità». Quest’anno il premio sarà consegnato alla signora Angela Polselli (diocesi di Pesaro), 50enne vedova a causa del Covid-19 che l’ha privata del marito. Ha 4 figli e, animata da una forte spiritualità francescana, è la direttrice di un centro con 70 ospiti.
«Come episcopato marchigiano – sottolinea mons. Piero Coccia, presidente della Conferenza episcopale marchigiana – ci attendiamo molto da questo pellegrinaggio, perchè siamo una regione ferita per due ragioni: il terremoto e il covid-19. Questo pellegrinaggio alimenti la speranza nei cuori dei marchigiani». Stefania Proietti, sindaca di Assisi, ricorda la «vicinanza tra le due regioni che sono terre di accoglienza, ma anche di lavoro attraverso il turismo mortificato prima dal sisma e poi dal covid. Siamo vicini anche nello spirito di rinascita che non ci abbandona». La sindaca di Assisi rivolge però anche un appello a tutti i sindaci «di approfittare della presenza del premier Conte e di alcuni ministri alle celebrazioni per chiedere che questa festa diventi festa nazionale perché san Francesco è il santo di tutti gli italiani e come tale va ricordato e celebrato».
Raimondo Orsetti, dirigente servizio sviluppo e valorizzazione della regione Marche, assicura che il nuovo presidente della giunta regionale Francesco Acquaroli sarà ad Assisi e auspica che «l’accensione della lampada sia un segno di grande speranza, per questa terra martoriata dal terremoto e dalla crisi economica causata dal covid». «Un ringraziamento speciale – sottolinea Marcello Bedeschi, coordinatore del comitato delle celebrazioni – a tutti i frantoi per i 600 litri di olio destinati alle associazioni caritative francescane e della diocesi di Assisi».