Ancona-Osimo

Ancona, l’appello di mamma Stefania per il figlio Leo: «Aiutatemi a trovargli degli amici»

Leonardo De Grandis, che compirà 29 anni domenica, è affetto da sindrome di Pandas/Pans e sogna di fare il giornalista. Il ragazzo ha persino scritto al presidente della Regione

Leonardo e i suoi fratelli, Federico e Guglielmo (foto per gentile concessione della famiglia)

ANCONA – Leo, affetto dalla rara patologia di Pandas/Pans, è in cerca amici, ma non vuole pietismi: è lui stesso a scriverlo, perché la scrittura è il solo modo che conosce per esprimersi. Leonardo, 28 anni di Ancona, sogna di fare il giornalista e ama il mare e l’arte. Ammira Vittorio Sgarbi e ha persino inviato un messaggio al presidente della Regione, Francesco Acquaroli.

Leonardo De Grandis (foto per gentile concessione della famiglia)

«Sono offeso da una sanità che non mi tutela, io avrò bisogno di cure costose per tanto tempo – gli ha fatto sapere – Vorrei degli amici, ma non voglio pietismi. Il mio sistema immunitario è farlocco, se è super stimolato impazzisce e mi dà afte che provocano spasmi terribili, staffilate dolorose. Mi prende paura che la vita mi lasci. Ma questo è un fantasma che scaccio pensando a mamma. Lei è la mia ancora in questo mare tormentoso».

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È proprio mamma Stefania a lanciare un appello per suo figlio: «Leo vorrebbe soltanto passare del tempo con delle persone che si comportassero con lui come accade tra amici o compagni di classe – riflette la donna –. Mio figlio sa andare in sup, vorrebbe tornare sullo skate, ma io non ci riesco – si rammarica –. Adora la canoa e sarebbe bello andasse coi suoi coetanei, ma a nessuno importa, nessuno fa niente per niente».
Un modo per far capire che i genitori, Stefania Ottaviani e Paolo De Grandis, sarebbero disposti a pagare per regalare un futuro normale a un ragazzo normale.

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Leonardo domenica compirà 29 anni ma è da quando ne aveva tre che è iniziato il suo incubo: nel ’98, comincia l’insonnia e si insidia una malattia che ha del misterioso. Allora, «era un’infiammazione sconosciuta». I genitori lo portano in mezzo mondo e consultano 136 medici, andando tre volte negli Stati Uniti. Non è spettro autistico e nemmeno il metabolismo che arranca. Leo accusa forti mal di testa e medici e neurologi percorrono la strada del trauma infantile, poi escluso.

Quindi, la svolta: «Un test dell’Oklahoma University, negli Stati Uniti, dà esito positivo. È il 2015 e a Leo viene diagnosticata la sindrome di Pandas/Pans. Non una certezza – ribadisce mamma Ste’ – però una possibilità. Si comincia con le immunoglobuline, infusioni periodiche da 9mila euro l’una. E mio figlio sta progressivamente meglio. È nel 2017 che la situazione precipita. Tolte le immunoglobuline – spiega Ottaviani – inizia ad avere dei forti spasmi».

«Leonardo, 1 metro e 92 di altezza, è bravissimo a preparare i cocktail e vorrebbe avere l’opportunità di lavorare in questo campo. Ma l’Italia forse – ragiona la madre – non offre spazi adeguati a lui. La patologia Pandas non è riconosciuta dal sistema sanitario nazionale e le varie associazioni del territorio possono fare poco per lui».

È merito della dottoressa Brunetta Zinelli, di Reggio Emilia, se Leonardo riesce ad esprimersi e a mettere su carta i suoi pensieri più profondi. È nei suoi diari che scrive cosa gli accade durante gli attacchi di cui è preda.

Leo vorrebbe fare il giornalista e ancora prima vorrebbe degli amici. Ma senza pietismi. Per rispondere al suo appello, scrivere a kilegu2@gmail.com.

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