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Aprile 2024 più caldo di sempre, il prof Neri dell’Univpm: «Servono interventi a breve termine per fronteggiare il rischio siccità»

Aprile è stato l'undicesimo mese consecutivo più caldo mai registrato. In Europa la temperatura media registrata è stata di 1,49°C superiore alla media di aprile del trentennio 1991-2020. L'impatto sull'agricoltura

olivi
olivi

Nuovo record di temperatura registrato a livello globale. Aprile 2024 è risultato il più caldo mai registrato secondo l’Osservatorio europeo Copernicus. A livello globale la temperatura media dell’aria in superficie ha raggiunto i 15,03 gradi, +0,67°C sopra la media del mese di aprile riferito al trentennio 1991-2020 e +1,58°C rispetto alla media di aprile dell’epoca pre-industriale (1850-1900). Aprile di quest’anno è l’11esimo mese consecutivo più caldo mai registrato.

In Europa la temperatura media registrata è stata di 1,49°C superiore alla media di aprile del trentennio 1991-2020. Il riscaldamento non ha riguardato solo l’atmosfera, ma anche la superficie del mare che ha toccato i 21,04°C, il valore più alto mai registrato in aprile. Per quanto riguarda la temperatura del mare aprile è stato il 13° mese consecutivo più caldo mai registrato in questo mese. Insomma un quadro che continua a manifestare il cambiamento climatico.

E gli effetti si fanno sentire anche in agricoltura. «Per il momento – spiega il professor Davide Neri, direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari, Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche – la temperatura elevata nelle Marche ha solo favorito l’anticipo di alcune fasi fenologiche, germogliatura e fioritura. Fortunatamente il ritorno del freddo non ha causato danni, visto che le temperature non sono scese sotto lo zero».

L’impatto insomma è stato contenuto e si manifesta «nell‘anticipo netto di alcune di alcune colture, come le fragole, che sono avanti di un paio di settimane, delle pesche precoci, che si potranno avere già per fine maggio. Per quanto riguarda il risultato dell’olivo ancora non c’è certezza – prosegue -, la pianta deve iniziare a fiorire, ma non dovrebbe avere avuto danni. Speriamo quest’anno in una stagione buona». A livello nazionale la pianta che ha subito i maggiori danni è stata quella del melo, che era fiorito prima del solito, e poi ha risentito delle gelate tardive avvenute in Alto Adige: «Chi non era attrezzato con fornelli per riscaldare le piante ha perso tutto» spiega.

La criticità da affrontare con queste temperature, secondo l’esperto è quella della siccità, che anche se in misura minore non risparmia neanche le Marche. «Nelle Marche la situazione è meno disastrosa rispetto ad altre regioni – osserva – ma occorre intervenire per evitare danni all’agricoltura». La velocità con la quale si sta manifestando il cambiamento climatico impone secondo il docente di intervenire.

Come? «Gli invasi sono interventi programmabili solo nel lungo termine e realizzabili non prima di 30 anni – evidenza – ma servono interventi a breve termine come ad esempio l’utilizzo dell’acqua dei depuratori, stoccare acqua in piccoli invasi aziendali per l’irrigazione di soccorso». Fondamentale, per il professor Neri, anche efficientare i sistemi di irrigazione.