«Una stabilità atmosferica importante, l’aria molto secca e le scarse precipitazioni piovose stanno aggravando la siccità nelle Marche». A dirlo è il professor Giorgio Passerini, docente di Fisica Tecnica Ambientale dell’Università Politecnica delle Marche. Una situazione che sembra addirittura destinata a peggiorare, dato che «siamo all’inizio dell’estate» e le giornate da bollino rosso si susseguono come mai accaduto finora. Non solo, nelle località balneari, fa notare il docente, lo stress idrico «tenderà ad aggravarsi per l’afflusso di turisti in arrivo che in alcune città dove in estate la popolzione tende a raddoppiare».
«Nell’Europa dell’Est – prosegue Passerini – insiste una bolla di aria calda che ha fatto battere tutti i record di temperatura» e da giugno 2023 nel nostro Paese «le temperature sono state quasi costantemente sopra le medie climatiche, nel 70-80% dei casi, con una piovosità invece sotto la media, una situazione che avrà un impatto importante» di cui per ora probabilmente si vede solo la punta dell’iceberg.
I dati della Protezione civile regionale sulle precipitazioni relativi al mese di giugno evidenziano un -18% di piogge rispetto alla media climatologica, stesso quadro anche ad aprile quando è piovuto un 17% in meno e a marzo quando addirittura si è toccato il -40%. Solo il mese di maggio è stato più piovoso del 23%, ma si è trattato soprattutto di precipitazioni temporalesche che non hanno ricaricato le falde.
Nel Sud delle Marche intanto sono iniziati i primi razionamenti idrici e a Pesaro il nuovo sindaco ha siglato un’ordinanza per limitare gli sprechi d’acqua: il Consorzio di bonifica dell’ascolano e del fermano ha disposto razionamenti in numerose frazioni che vanno dall’entroterra (Comunanza e Force) fino alla costa (Cupra Marittima), sono già quasi una quarantina i comuni dell’area a Sud delle Marche interessati.
A risentire della siccità è anche il mondo dell’agricoltura che deve fare i conti con temperature molto elevate, assenza di precipitazioni e livelli di umidità quasi prossimi allo zero. «In alcune zone delle Marche abbiamo avuto alluvioni e grandinate, mentre altre non vedono acqua da 5-6 mesi» spiega Tommaso Di Sante, presidente provinciale Coldiretti Pesaro Urbino, membro della Consulta nazionale vitivinicola e rappresentante del settore Agricoltura nella giunta di Camera di Commercio delle Marche.
Tra le zone dove si registra una maggiore sofferenza idrica c’è anche il Pesarese dove ortaggi e piante da frutto scontano la carenza d’acqua. A rischio anche «gli ulivi – spiega – ai quali la scarsità d’acqua può causare la caduta del frutto, l’oliva. In alcune zone anche i vigneti sono in difficoltà: le foglie basali stanno ingiallendo e rischiano di seccarsi». Sotto stress per la siccità girasoli, mais ed erba medica, che seccando rischia di far salire i costi sostenuti dagli allevatori che ne hanno bisogno per le stalle.
Di Sante sottolinea la necessità di «affrontare il tema dell’acqua con nuovi piani di irrigazione e piccoli invasi o laghetti, per utilizzare l’acqua accumulata nei momenti di siccità. Spesso l’ambientalismo ideologico vieta di fare quasi tutto – conclude -, ma il territorio va custodito con i giusti interventi, altrimenti per le imprese sarà complicato andare avanti», viste le numerose criticità che affliggono il settore.