Ancona-Osimo

Caritas Marche: crescono i poveri italiani, in calo gli stranieri

È la fotografia scattata dagli 83 Centri di ascolto presenti nella regione. Il report, che ha preso in esame i dati del 2017, è stato presentato presso il Pontificio seminario Pio XI ad Ancona: 11 mila e 167 le persone che hanno chiesto aiuto, il 51,8% donne

Povertà

ANCONA – Cresce la povertà tra le famiglie marchigiane e diminuisce quella tra gli stranieri. E’ questa la fotografia scattata dalla Caritas regionale basata sui dati raccolti dagli 83 Centri di ascolto presenti nelle Marche. Il report, che ha preso in esame i dati del 2017, è stato presentato stamane presso il Pontificio seminario regionale marchigiano Pio XI ad Ancona alla presenza dell’arcivescovo di Ancona-Osimo Monsignor Angelo Spina, dell’incaricato della Conferenza episcopale marchigiana Monsignor Armando Trasarti e del delegato Caritas Marche Angiolo Farneti.

Negli ultimi 10 anni è aumentata di 20 punti la richiesta di aiuto da parte degli italiani, un “sos” che nel 2017 ha toccato quota 38,7%. Famiglie e anziani che non arrivano alla fine del mese, mancanza di lavoro e di una casa. Complessivamente sono state 11 mila e 167 le persone che si sono rivolte alle Caritas marchigiane nel 2017, delle quali il 51,8% donne. Il 67% delle persone che hanno chiesto aiuto sono disoccupate, ma c’è anche un 12% che nonostante abbia un lavoro e una abitazione ha avuto comunque bisogno di un intervento. Raddoppiate rispetto al 2010 le persone senza fissa dimora, il 78,8% dei quali sono uomini. Tra le professioni più rappresentate badanti e operai. Il 60% dell’utenza è straniero, proveniente da 114 nazioni diverse, tra le quali soprattutto Marocco e Romania. Il numero degli stranieri che si rivolgono alla Caritas è in calo rispetto al 2009 (- 863 unità) e solo l’8% di loro non è regolare. Tra i migranti si possono distinguere due categorie: i giovani profughi in fuga dai conflitti o da condizioni di estrema povertà e le donne di mezza età provenienti soprattutto dall’Est Europa e dal Sud America. Gli interventi messi in campo dalle Caritas sono stati 104 mila, il 66,3% dei quali ha riguardato mensa, pacchi viveri e vestiario, il 58,2% l’attività di ascolto e il 18% i sussidi economici, come il pagamento dell’affitto o delle utenze.

L’arcivescovo Angelo Spina

«Il volto della povertà è molto diffuso in campo mondiale, nazionale e regionale – ha detto l’arcivescovo Angelo Spina – il rapporto Caritas ci dice che ci sono oltre 5 milioni di poveri» tra i quali anche i bambini. L’arcivescovo ha posto l’accento sulla generosità degli operatori Caritas che accolgono, sostengono e accompagnano tante persone in difficoltà. «Occorre rimettere al centro la dignità e il valore della persona umana – ha detto – l’uomo, la persona vengono prima delle cose. Quando l’economia persegue il fine del denaro scarta l’uomo che si trova ai margini, ma altri uomini leggono questi volti, prendono questa umanità e se ne fanno carico, come stanno facendo la Caritas regionale e la Chiesa».

Monsignor Armando Trasarti, delegato della Conferenza Episcopale marchigiana, ha evidenziato come le Marche siano una tra le regioni italiane con un rapporto suicidi-abitanti più alto rispetto alle altre. Un dato molto critico sul quale incidono crisi e mancanza di lavoro. Riguardo il fenomeno dei migrati ha sottolineato che il tema emergente oggi non è più il pasto, ma la necessità di creare un progetto di lavoro.

Le Marche sono sempre più simili alle regioni del mezzogiorno per criticità occupazionali ed economiche secondo l’economista e responsabile dello sviluppo Nomisma, Marco Marcatili.  «L’italiano che arriva alla Caritas sta molto peggio rispetto agli stranieri», spiega Simone Breccia, direttore della Caritas Ancona-Osimo, sottolineando la necessità di chiedere aiuto prima che le situazioni divengano eccessivamente compromesse.

Al centro Antonio Mastrovincenzo e alla sua destra Andrea Piscopo

Il responsabile dell’osservatorio regionale sulle povertà, Andrea Tondi, ha evidenziato la crescita del 6,3% delle presenze nei centri di ascolto, dovuta alla crisi economica che ha impattato significativamente sull’incremento degli italiani. Il presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche, Antonio Mastrovincenzo ha ribadito l’impegno della Regione sul fronte delle fragilità e delle disuguaglianze, precisando che si tratta di «un’emergenza da mettere al centro di ogni attività istituzionale a tutti i livelli».

La platea durante la presentazione del report

La responsabile delle azioni anti crisi della Caritas, Maria Sofia Rossetti, ha evidenziato la demotivazione e i problemi psichiatrici generati dalla disoccupazione e dalla perdita degli ammortizzatori sociali, che in alcuni casi hanno portato qualche persona anche al suicidio. Un quadro critico sul quale ha inciso fortemente anche il sisma, che ha causato l’isolamento di alcune aree. Una situazione che la Caritas regionale ha fronteggiato incrementando i contributi economici, il microcredito (intensificazione pagamento utenze e affitti) i tirocini lavorativi, istituendo cooperative sociali, empori solidali, agricoltura solidale e realizzando strutture di accoglienza rivolte anche ai padri separati.
Da evidenziare i percorsi formativi realizzati per dare nuove opportunità e speranze alle persone disoccupate. Un lavoro di squadra dove «chi copia non prende zero», ha concluso auspicando un coinvolgimento sempre crescente di persone e la messa in atto di nuove iniziative.

L’ex segretario Caritas Marche e operatore del nucleo emergenze, Andrea Piscopo ha ricordato come il sisma del 2016 abbia provocato oltre 30 mila sfollati. Una situazione di forte emergenza nell’ambito della quale l’azione della Caritas si è contraddistinta per una importante presenza sul territorio e per il lavoro congiunto con le istituzioni. Piscopo ha ricordato la figura di Don Francesco, un sacerdote di un paesino vicino ad Arquata del Tronto, che per non abbandonare i suoi concittadini rimasti nelle loro case, ha dormito in auto al freddo per diverso tempo nonostante fosse malato. Pochi mesi dopo il sacerdote, emblema della vicinanza ai bisognosi, è morto.