ANCONA – Un incontro sui giovani e il loro modo di pensare: appuntamento per sabato (6 aprile), dalle 9 alle 12, al liceo classico Rinaldini, con la Consulta provinciale degli studenti che organizza un dibattito con i dottori Carla Urbinati, psicoterapeuta e psicanalista, e Andrea Lucantoni, psicologo e sociologo. Di cosa hanno bisogno i giovani? E da cosa deriva il loro disagio? Di questo e di molto altro si parlerà al Classico di via Canale, ad Ancona.
«Nell’anno 2021/2022, la Commissione Psicologi della Cps, la Consulta provinciale degli studenti di Ancona ha effettuato un sondaggio dal quale è emersa l’esigenza dell’84% degli studenti (500 su 593 partecipanti) di confrontarsi con una figura psicologica – sottolinea il presidente della Cps, Alessio Krakulli –. Abbiamo pertanto elaborato questa iniziativa per promuovere la cura del pensiero nel contesto studentesco, dove si è manifestata in modo importante l’esigenza di parlare e conoscere meglio questa figura».
L’obiettivo dell’incontro, continua il presidente, è «coinvolgere e far comprendere agli studenti un nuovo modo di pensare, che si prenda cura delle relazioni, che riduca al minimo l’inibizione che potrebbe poi facilmente scadere in un sintomo. L’iniziativa è nata l’anno scorso con la finalità iniziale di sensibilizzare i giovani alla figura psicologica, come questa non sia dimostrazione di forte disagio nel ragazzo o nella ragazza, ma possa incrementare e aiutare l’adolescente e in generale la persona a costruire e mantenere uno stile di vita sano nel modo di pensare».
«Parleremo dell’inibizione del pensiero, come questa porti al sintomo e in particolare come questa inibizione negli adolescenti li blocchi nelle relazioni con altri. Spiegheremo un modo sano di interloquire, promuoveremo una nuova idea di relazione sana che penso a molti manchi», commenta Nathan Bassoli, presidente Commissione psicologi. E ancora: «Alcuni miei amici porteranno poi testimonianze di come stiamo lavorando per superare questa inibizione insieme ad altri incontri con ragazzi più grandi».
L’84% degli intervistati dalla Consulta, lo dicevamo, ha espresso il desiderio di confrontarsi con una figura psicologica. Un sintomo di disagio? Ci dice di più la dottoressa Urbinati, psicoterapeuta e psicanalista: «Parleremo di pensiero cercando di evidenziare la competenza che il soggetto ha con questa attività del pensare sin dall’infanzia e sicuramente anche nell’età evolutiva i giovani pensano che questa attività di pensiero che è poi la condizione indispensabile per ogni relazione si possano incontrare degli ostacoli. Che possono essere esterni, ma posso essere anche – e lo sono ampiamente – interni. Tutta la psicopatologia e tutto il disagio psichico è un grande ostacolo che il soggetto pone tra sé e le mete che desidererebbe raggiungere, mete relazionali e di carriera in ambito scolastico piuttosto che professionale. Da dove prende spunto l’ostacolo interno? Parleremo a questo proposito di inibizione – spiega Urbinati –. Si tratta della rinuncia che il soggetto compie attivamente a qualcosa che aveva già pensato. Ma perché accade questo? Racconteremo degli effetti e delle conseguenze di questa rinuncia».
«I ragazzi oggi hanno bisogno di dialogo, di ascolto. C’è l’esigenza di raccontare a qualcuno ciò che si pensa in un contesto in cui ci si senta però libero, dove non si tema il giudizio del nostro interlocutore. Lo psicologo è una figura così pensata, qualcuno con cui si possa parlare delle questioni più intime e personali senza che questo comporti poi una critica o una compromissione della relazione. Ciò di cui c’è necessità per tutti, non solo per i giovani, è l’esistenza di spazi di relazione e di dialogo, non solo quello specialista, ma in generale nella vita quotidiana, a scuola, in classe, con i coetanei, in famiglia. Spazio di parola che possa essere l’ambito degli scambi e della coltivazione delle relazioni».