Nelle Marche la bolletta dell’acqua cresce e il costo è più alto della media italiana: nel 2024 la spesa media annua si è attestata a 613 euro contro i 573 euro del 2023, con un incremento del +7,1%, che risulta ancora maggiore se prendiamo a riferimento il 2019 (+23,3%).
La spesa media delle famiglie italiane si attesta a 500 euro (+4% rispetto al 2023 – + 23% rispetto al 2019). È quanto emerge dal 20° Rapporto sul servizio idrico integrato, a cura dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, basato su una famiglia tipo composta da 3 persone e un consumo annuo di 182 metri cubi.
Secondo il report di Cittadinanzattiva i capoluoghi delle Marche con la bolletta dell’acqua più salata nel 2024 sono Pesaro e Urbino, 712 euro di spesa media annua (+7,6% rispetto al 2023) sempre su una ipotesi di consumo annuo di 182 metri cubi, la meno cara è Ancona con 543 euro annui (+6,1%).
Secondo dati Istat, nel 2022 in Italia è andato perso il 35,2% dell’acqua immessa in rete nei capoluoghi di provincia e città metropolitane e il 42,4% considerando l’intero territorio. Nelle Marche la media delle perdite idriche comunali per quanto riguarda i capoluoghi di provincia nel 2022 ammonta al 26,8%, le più consistenti riguardano Pesaro (36,9%) e le più ridotte Macerata (13,9%).
«Spreco di acqua, perdite idriche», ma anche «questione energetica e crisi climatica», sono i principali fattori individuati dal presidente di Legambiente Marche, Marco Ciarulli, come alla base dei rincari in bolletta. «Le nostre città non sono strutturate per il recupero dell’acqua piovana – spiega – che può avere molteplici utilizzi al posto dell’acqua potabile, che oggi è sempre più scarsa».
Secondo Legambiente le città dovrebbero essere attrezzate con serbatoi per il recupero delle acque, in modo da ottimizzare i consumi di questa importante risorsa.
Sistemi di raccolta che possono migliorare la resilienza urbana di fronte ai cambiamenti climatici: «Con la crisi climatica le disponibilità idriche stanno diminuendo e questo ha dei costi» spiega tanto che «anche nelle Marche, nel periodo estivo, alcuni comuni sono costretti a razionare l’acqua e ad emettere ordinanze di divieto di irrigazione a causa della ridotta disponibilità idrica. Questo incide anche sul costo della bolletta. L’acqua piovana può contribuire a mitigare la carenza d’acqua».
L’altra soluzione è quella delle acque reflue deputate «che possono essere utilizzate in agricoltura. Dobbiamo efficientare l’utilizzo di acqua – conclude – perché il modello attuale non è più adeguato».