Ancona-Osimo

Cyber attacchi, la ricerca della Politecnica delle Marche al NIST

Selezionati gli algoritmi dei ricercatori di UnivPm. Il rettore Gregori: «Un risultato possibile grazie al lavoro del team di ricerca dell'area delle telecomunicazioni, che ha raggiunto i più alti standard della ricerca scientifica internazionale»

Università Politecnica delle Marche

Il NIST (National Institute of Standards and Technology), celebre ente di standardizzazione statunitense che gestisce la tecnologia, le metriche e gli standard utilizzati nei settori tecnologico e scientifico, ha appena reso noti i risultati del primo round di selezione degli algoritmi destinati a darci le firme digitali del futuro. E c’è una bella notizia per l’università marchigiana: entrambi gli algoritmi selezionati per la categoria “code-based” vedono impegnati ricercatrici e ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche.
 
L’avvento del quantum computer mette infatti a rischio gran parte dei sistemi crittografici che utilizziamo oggi, minando in modo strutturale la nostra cybersecurity personale, professionale e istituzionale. Già da molti anni la ricerca dell’Università Politecnica delle Marche contribuisce ai progressi della comunità scientifica internazionale, che sta progettando nuovi sistemi crittografici capaci di sostituire quelli vulnerabili e resistere anche ad attaccanti dotati di quantum computer.

La prima suite di algoritmi crittografici post-quantum sviluppata all’Univpm, a partire dal 2016, si chiama LEDAcrypt, ed offre ancora oggi uno strumento per cifratura e scambio di chiavi sicuro rispetto a tutti gli attacchi noti. 
 
Oggi si apprende inoltre che due nuovi algoritmi di firma digitale, CROSS e LESS, che vedono impegnati ricercatori e ricercatrici della Politecnica delle Marche, hanno superato con successo lo scrutinio del NIST e si accingono a proseguire il duro percorso del processo di selezione e standardizzazione del NIST, che oggi rappresenta lo stato dell’arte nella crittografia per scopi commerciali.
 
«Tale risultato è stato possibile grazie al talento e al lavoro del team di ricerca dell’area delle telecomunicazioni – afferma il rettore Gian Luca Gregori – che hanno raggiunto e mantenuto i più alti standard della ricerca scientifica internazionale in questo settore, come anche testimoniato dalle numerose pubblicazioni internazionali di primo rilievo».