Ancona-Osimo

Droga, più sequestri di hashish e marijuana. Lo psichiatra: «Cannabis molto potente con rischi per salute mentale»

Nelle Marche cala il quantitativo di cocaina sequestrata (-76,13%), mentre cresce quello di hashish (240,83%) e marijuana (66,13%). Volpe: «Ai giovani dico di porsi obiettivi ambiziosi per il proprio futuro, avendo la pazienza di raggiungerli»

Cannabis Light
Cannabis Light (Foto Agi)

ANCONA – Su 601 persone segnalate per droga nelle Marche, 551 sono maggiorenni e 50 minorenni. Emerge dalla relazione annuale della Direzione centrale per i servizi anti droga. Rispetto al 2022 il numero delle persone segnalate registra una lieve flessione del -3,22% (601 segnalati nel 2023 contro 621 del 2022). In flessione del -3,85% il numero dei minori segnalati per droga rispetto al 2022 (52 nel 2022 e 50 nel 2023).

In crescita invece il numero delle persone straniere segnalate come assuntori di droga: nel 2022 erano 238, nel 2023 invece 261 (+9,66%). Per quanto riguarda i decessi il dato è in calo del -38,10%: i morti per abuso di sostanze nelle Marche sono scesi dai 21 del 2022 a9 13 del 2023. Le Marche sono in controtendenza rispetto al dato nazionale: nel Paese il numero delle persone segnale registra una crescita del 10% rispetto all’ano precedente.

Nella regione risulta in calo il quantitativo di cocaina sequestrata (-76,13%), così come quello di eroina (-87,61%) e di droghe sintetiche (-63,16 %), mentre cresce quello di hashish (240,83%) e di marijuana (66,13%). Nelle Marche complessivamente i sequestri di sostanze stupefacenti passano da 652,14 kg a 1.035,09 kg. Le operazioni antidroga eseguite nel 2023 sono state 497 nelle Marche, di cui 163 per cocaina, 57 per eroina, 190 per hashish, 48 marijuana, 9 piante di cannabis, 3 sintetiche e 27 per altre droghe.

Anche se nelle Marche il fenomeno è in leggero calo, molti giovani si avvicinano alle droghe e in età sempre più precoce. Abbiamo sentito sul tema lo psichiatra Umberto Volpe, docente dell’Università Politecnica delle Marche.

Come spiega questo trend e cosa dovrebbero fare le famiglie e la scuola?
«Il fenomeno dell’abuso di sostanze è in costante aumento nel mondo e anche nel nostro Paese. Sebbene effettivamente negli ultimissimi anni, anche a livello globale, vi siano dei trend in discesa rispetto al consumo di alcune sostanze. Questo è comprensibile se il termine di paragone sono gli anni immediatamente successivi alla pandemia da Covid, dove si è assistito ad un’impennata del consumo. Se guardiamo però all’andamento nel lungo periodo, resta comunque un tendenza in aumento, globalmente. Inoltre, preoccupa ancor di più il dato di un accesso alle sostanze per persone sempre più giovani».

Lo psichiatra evidenzia che l’uso di sostanze «crea ancora maggiori danni durante le fasi più precoci del neurosviluppo, molti studi tendono a confermare che l’uso di sostanze in adolescenza, oltre ai pericoli immediati connessi all’abuso, aumenta il rischio di sviluppare nel tempo vari disturbi mentali, soprattutto psicosi dello spettro schizofrenico. Alla scuola, resta il compito di educare e formare anche su questi temi. Occorrerebbe più integrazione tra i professionisti della salute mentale e mondo della scuola, soprattutto nell’ottica di informare i ragazzi in modo corretto e tempestivo. Alle famiglie però, resta un compito assai più delicato ovvero quello di porre i giusti limiti e comunicare con i ragazzi, di modo da evitare che trovino risposte fallaci nelle sostanze ed invece imparino a regolare in modo più efficace i propri comportamenti».

I dati relativi ai sequestri mostrano un maggior quantitativo di hashish e marijuana, un fenomeno che riscontra anche nel suo osservatorio?
«Sebbene la cocaina sia molto consumata (in particolar modo in alcune regioni italiane), c’è stato un notevole ritorno della cannabis, rispetto ad alcuni anni or sono. Resta da chiarire che la cannabis di oggi non è quella di alcuni anni or sono. La selezione di ceppi di cannabis a potenza sempre maggiore negli ultimi anni la rende una sostanza differente, con maggiori rischi per la salute mentale, soprattutto dei più giovani».

Tra le nuove dipendenze spicca quella dallo smartphone. Nascono dallo stesso substrato? 
«Sono fenomeni assai diversi, sebbene alcuni meccanismi delle dipendenze siano comuni e legati ad un substrato neurobiologico finale comune (ovvero la modificazione funzionale dei circuiti cerebrali legati al reward). Di certo, la rivoluzione digitale che ha accompagnato il ventunesimo secolo ha determinato dei significativi cambiamenti nelle nostre abitudini quotidiane e l’uso degli smartphone è diventato pervasivo negli ultimi anni. Ovviamente, per le persone più giovani, il rischio di non saper “dosare” l’uso e restare troppo tempo connessi è maggiore».

Alla luce di questo quadro qual è il suo messaggio ai giovani?
«Sento di dover dire ai ragazzi di abituarsi a porsi degli obiettivi ambiziosi per il proprio futuro, avendo la pazienza di raggiungerli. Anche se ciò implica di dover attendere e sentirsi frustrati fin quando non si ottengono. Spesso, alla base del consumo di sostanze, vi è un bisogno di gratificazione immediata. Avere degli obiettivi, saper tollerare le frustrazioni e imparare ad auto-regolare le proprie emozioni resta il miglior modo per non cadere nella droga».

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