ANCONA – «Con il passaggio delle elezioni europee che sta per concludersi, l’auspicio degli operatori balneari è che venga attuata una riforma complessiva del settore, mettendo in sicurezza le concessioni demaniali esistenti». È l’appello lanciato dal Sib Fipe Confcommercio Marche per voce del presidente regionale Romano Montagnoli. I balneari accendono i riflettori sulla questione, con la Direttiva Bolkestein che rischia di far scattare i bandi per mettere all’asta le concessioni demaniali in caso di scarsità di risorsa.
«Ci aspettiamo che la politica prema sull’acceleratore per arrivare a una soluzione di una questione che si trascina ormai da 15 anni» dice. Il Sib, Sindacato italiano balneari, chiede di «varare una norma che tuteli la balneazione attrezzata italiana, che ha una lunga storia nel Paese, che risale ad oltre 200 anni». Montagnoli ricorda che i primi bagni attrezzati nacquero «a Livorno alla fine del 1700», da lì prese avvio «una tradizione e una peculiarità tutta italiana che oggi rappresenta un’importante leva economica per il Paese».
Dati alla mano Montagnoli rimarca che «il turismo balneare incide sul Pil nazionale per circa il 7-8% e che il turismo nazionale per il 70% è rappresentato dal turismo balneare. Nelle Marche la quota per cui incide sul Pil è addirittura superiore alla media nazionale: copriamo una grossa fetta del turismo regionale» fa notare.
Intanto la stagione balneare ha preso avvio, anche se il weekend appena trascorso, il primo con i servizi tutti operativi, incluso il salvamento, è stato a due velocità, «il sabato accettabile grazie al tempo soleggiato, mentre la domenica è stata sottotono a causa del maltempo».
Il presidente regionale del Sib rileva che si tratta di «un settore delicato, in quanto strettamente legato al meteo». La richiesta del sindacato in vista dell’insedimaneto del prossimo e rinnovato parlamento europeo è quella di «applicare la legge Draghi che contempla ristori per i concessionari in caso di asta». Il 2 giugno i balneari aderenti al Sib hanno manifestato anche nelle Marche con una campagna informativa verso la clientela.
Ristori che secondo l’associazione di categoria dovrebbe essere «collegati al valore aziendale», un dato sul quale incidono più fattori, come il «fatturato, gli anni di presenza sul mercato, gli investimenti compiuti., la quota di mercato coperta, la location in cui è presente il balneare (se più o meno blasonata)». Con il parametro del «giusto valore aziendale – dice – si può garantire la giusta tutela, anche valutando se l’impresa è l’unica fonte di sostentamento, spesso si tratta di attività a conduzione familiare».
«Al nuovo Parlamento europeo chiediamo di riconoscere il valore della peculiarità della balenazione attrezzata italiana, con la sua storia – prosegue – ma non basta solo l’Europa, serve una spinta dal Governo italiano, serve un intervento legislativo».