Ancona-Osimo

La figura del padre secondo il pedagogista: «Un ruolo che ha avuto una grande rivalutazione»

Il padre è entrato nella coppia genitoriale in maniera importante. Il dottor Coppa: «Le famiglie sono come un porto: i figli provano ad andare in mare aperto, ma avranno sempre bisogno di ritrovare quel punto di riferimento»

padre e figlia
(Foto di Pexels da Pixabay )

Il ruolo della figura paterna si è evoluto nel corso degli ultimi anni, tanto da divenire un punto di riferimento importante nell’educazione dei figli.

«Negli ultimi decenni è cambiato il modello di famiglia – spiega il dottor Mauro Mario Coppa, pedagogista e docente di Teorie e metodi di valutazione scolastica e Psicologia cognitiva nella prima infanzia all’Università degli Studi di Urbino, Dipartimento di Studi Umanistici -. Un ventennio fa la famiglia era imperniata sulla ‘doverizzazione’ dei figli e sulla trasmissione delle regole, oggi ci sono maggiore accoglienza e riconoscimento delle emozioni dei figli, con il rischio di una deriva più permissiva, basata su lassismo e inconsistenza educativa e con la delega dell’educazione ai docenti».

Il padre è entrato nella coppia genitoriale in maniera importante, spiega l’esperto, «lo vedo anche dall’esperienza clinica dei bambini con difficoltà di sviluppo e apprendimento scolastico: se un tempo si presentava solo la mamma agli incontri, oggi sono presenti anche i papà e la famiglia non esita a mettersi in discussione per trovare un modello genitoriale che possa garantire l’accoglienza delle emozioni. Si dà più spazio al sentire dei figli che a un modello basato su doveri e regole com’era un tempo. Negli ultimi anni c’è stata una grande rivalutazione del ruolo del padre».

Una figura che evolverà ancora quella paterna, «in maniera positiva. C’è bisogno del padre, specie nei passaggi di sviluppo. Il padre è un punto di riferimento importante nelle crescita dei figli e le famiglie sono come un porto – dice -: i figli nell’arco della loro vita provano ad andare in mare aperto, ma allo stesso tempo avranno sempre bisogno di ritrovare quel porto sicuro, un punto di riferimento e supporto fondamentale».

Come consolidare il rapporto padri-figli? «Viviamo in una società in cui la famiglia spesso ha difficoltà ad essere presente, presa da ritmi convulsi e dalla necessità di fornire sostegno economico, bisognerebbe garantire, anche attraverso ammortizzatori sociali, una maggiore disponibilità dei padri. Giusto concedere ai padri il congedo parentale: non devono solo portare a casa lo stipendio e trasmettere regole, devono assolvere anche a quelle funzioni che prima erano ad esclusivo appannaggio delle donne».

Il pedagogista evidenzia anche un nuovo fenomeno: «Ai padri e alle madri oggi mancano un po’ quei punti di riferimento e supporto educativo che avevano in passato. Al di là dei nonni, che sono più giovani e spesso ancora lavorano, stanno tramontando alcune agenzie educative come l’associazionismo e le parrocchie, che insieme alla scuola erano dei punti di riferimento per i genitori. Le famiglie si trovano spaesate e in difficoltà, specie nelle sfide educative, come l’adolescenza, le dipendenze da internet e il bullismo».