Ancona-Osimo

G7 Salute, il filosofo Luccarini: «Ancona farà la sua parte. Ma serve il G7 Pace»

L'ex assessore alla Cultura, docente e filosofo, fa il punto sul summit internazionale che Ancona sta per accogliere. «Quando sei in salute, non ne sei consapevole. È della malattia che ti accorgi»

Il professor Antonio Luccarini; sullo sfondo la cattedrale di San Ciriaco

ANCONA – G7 al via, la Salute al centro del summit internazionale che si terrà ad Ancona, in programma il 9, 10 e 11 ottobre. Sette i ministri che arriveranno nel capoluogo regionale, che si sta abbellendo per l’occasione: opere di pulizia sono state già avviate nei giorni scorsi, con tanto di riasfaltature delle strade che verranno percorse dalle auto blu.

«Io penso che Ancona nelle grandi occasioni ce la metta tutta e riesca a fare una bella figura – le parole di uno tra i maggiori intellettuali del panorama dorico, il  filoso ed ex assessore alla Cultura, Antonio Luccarini –. La nostra non è una città trasandata, che non si cura. Al contrario, Ancona nelle grandi occasioni in cui è stata protagonista, ha reso al massimo: è telegenica, si presta alle riprese. Sì, è un po’ stramba e stravagante rispetto alle identità delle altre città marchigiane. È come se avesse qualcosa di suo, di diverso. Tante voci, tante forme, tante identità».

Il prof. Antonio Luccarini, ex assessore alla Cultura di Ancona

Professor Luccarini, in che senso?
«Beh, molte volte ci si è chiesto quale sia l’identità anconetana. Ma non ce n’è solo una, forse il punto è che ne ha troppe, di identità. È eccesso, non mancanza. Ancona vanta una sua storia millenaria per ciò che ne è conseguito, per la quantità di rapporti che ha intrattenuto, nonché per le tante etnie e le molte storie che l’hanno attraversata. È una città davvero ricca. Pier Paolo Pasolini l’ha descritta come una città di una bellezza straordinaria, nonostante l’abbia vista nel periodo di massima sofferenza, negli anni ’50. E la spiaggia sotto il cimitero ebraico, secondo lui, era un posto meraviglioso».

Veniamo al G7 Salute…
«La salute è un aspetto importante da affrontare. Veniamo da un periodo a dir poco catastrofico, tra la pandemia, la questione climatica e tutto il resto. Con il Covid-19, abbiamo affrontato una delle sfide più grosse. Attorno al concetto di salute, dal punto di vista filosofico, c’è da dire tantissimo».

Il professor Antonio Luccarini (foto per sua gentile concessione)

Prosegua…
«Dove si nasconde la salute? Effettivamente, non ci rendiamo conto, non lo sappiamo. Ci limitiamo ad affidarci ai soliti concetti statistici di normalità. Quando sei in salute non ne sei consapevole. È della malattia che ti accorgi, non della salute. La salute tocca i temi fondamentali del vivere, è importante che Ancona ospiti un evento del calibro del G7. Però, vede, il brutto è che accanto alla lettera ˊGˊ ci sia solo il numero ˊ7ˊ. E poi, oltre alla salute ci sarebbero molti altri temi da affrontare, a partire da quello della guerra. Ci vorrebbe un G7 della pace, ma evidentemente si fa fatica».

Una città longeva, la nostra…
«Sì. L’altro giorno, passando in piazza Roma, ho visto il progetto ˊAncona città longevaˊ. Le Marche sono una terra longeva. Dal punto di vista della salute, tanti sono i percorsi che si potrebbero fare. È il livello politico che qui interessa, la cooperazione sulla salute. Basti pensare a come sia stata affrontata la pandemia nel mondo. Certo, c’è stata una marea di morti e molte difficoltà, disastri economici e sociali, ma effettivamente ne siamo usciti a testa alta. Il tema della salute è davvero di primaria importanza, un fronte essenziale. La ˊvita che vale la pena di vivereˊ, quella vista dal lato qualitativa e non solo quantitativo, deve fare i conti col concetto di salute e di condizione normale. Cosa intendiamo per ˊvita veraˊ, per ˊvita da vivereˊ? Bene il confronto, sì a risorse e impegni da prendere. L’umanità sta affrontando problemi a cui non era preparata, a situazioni che erano state trascurate (come il clima). Noi ci vantiamo di avere aperto orizzonti inauditi e frontiere inaspettate dal punto di vista tecnologico. Ma in realtà, poi, allo stesso tempo, e nonostante l’innovazione, andiamo in contro anche a situazioni che rivelano la fragilità del vivere».

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