«L’autosufficienza del sangue va conquistata giorno dopo giorno. Le Marche sono ai vertici della classifica nazionale per quanto concerne il rapporto donatori/popolazione ma ci sono ancora parecchie criticità su strutture e personale».
A dirlo, nella Giornata mondiale del donatore che si festeggia oggi (venerdì 14 giugno), è il presidente regionale dell’Avis, Daniele Domenico Ragnetti. «È vero che abbiamo degli ottimi numeri e degli ottimi risultati, ma l’autosufficienza del sangue e del plasma si ottiene tutti i giorni, non ci si può assolutamente fermare e questo lo scriva per favore – ribadisce ancora una volta –. Abbiamo bisogno di avere sempre nuovi donatori e sopportare ogni criticità. Che poi le criticità si verificano a macchia di leopardo nel territorio. A volte abbiamo abbiamo problemi in una provincia, altre volte in quella vicino. Più siamo e più riusciamo a risolvere ogni tipo di situazione», spiega il dottor Ragnetti.
Tutti possono donare: l’importante è avere un’età compresa fra i 18 e i 65 anni e godere di buona salute. «Che non significa essere alti, grossi e pesanti come si diceva una volta – scherza il presidente marchigiano – ma è semplicemente necessario non avere malattie particolari».
Poi il presidente Ragnetti ci fornisce qualche dato: «In via generale, nell’ultimo anno, abbiamo effettuato 101mila donazioni, di cui il 75% di sangue intero e il 25% di plasma. I primi cinque mesi del 2024 – continua – ci dicono che siamo sostanzialmente in linea con il 2023. Tenendo conto delle necessità relative al 2024, abbiamo solo spostato un po’ il tiro fra sangue intero e il plasma. Nel senso che abbiamo prodotto più plasma di sangue intero. Anche perché se siamo più tranquilli con riguardo alla situazione del sangue intero beh – riflette – sul plasma, in questo momento, siamo in difetto».
Insomma, c’è carenza di plasma. Ma non solo nelle Marche, bensì in tutta Italia: «Manca il 20% del plasma necessario, che quindi viene importato con una qualità più bassa della nostra. Molti dei Paesi da cui siamo costretti ad attingere prevedono una donazione a pagamento, non gratuita come la nostra. E sicuramente ciò comporta una qualità inferiore a quella italiana. Noi – commenta – ci consideriamo uno dei Paesi migliori al mondo dal punto di vista della sicurezza del sangue e del plasma raccolto». Il grosso del plasma importato arriva dagli «Stati Uniti», fa il presidente.
Che alla domanda su quale sia la provincia marchigiana più virtuosa, glissa: «Noi siamo distribuiti nel territorio in maniera capillare, non c’è una posizione privilegiata. Certo, il territorio di Ancona è più grande e ha più abitanti e sicuramente produrrà di più. D’altronde – precisa – non possiamo accostare la provincia dorica a quella di Fermo, che è di gran lunga più piccola. Certo è che noi tocchiamo tutti i comuni marchigiani (oltre 220)».
E ancora: «Sono le Marche che nel rapporto donatori/popolazione sono al primo posto. La nostra regione è ai vertici italiani. E mi riferisco sia alla donazione di sangue sia a quella di plasma. Ciò significa che la solidarietà delle Marche è altissima. Ma questo non vuol dire che siamo a posto, perché non è così. L’autosufficienza del sangue va conquistata giorno dopo giorno, voglio ridirlo. Bisogna incentivare la raccolta del plasma. Vi è questa necessità poiché c’è stato un aumento nell’utilizzo dei medicinali plasma derivati: una volta si donava solo sangue e oggi si usa anche il plasma. Non solo viene frazionato quello raccolto all’interno del sangue intero, ma viene donato anche direttamente con una sacca a sé».