Ancona-Osimo

Giornata del donatore, il presidente dell’Avis: «Marche prime in Italia per il sangue, ma c’è carenza di plasma»

L'appello del dottor Daniele Domenico Ragnetti: «L’autosufficienza del sangue va conquistata giorno dopo giorno. Solo insieme possiamo affrontare i problemi»

donazione sangue
Foto di Michelle Gordon da Pixabay

«L’autosufficienza del sangue va conquistata giorno dopo giorno. Le Marche sono ai vertici della classifica nazionale per quanto concerne il rapporto donatori/popolazione ma ci sono ancora parecchie criticità su strutture e personale».

Daniele Domenico Ragnetti, presidente Avis Marche (fonte Fb)

A dirlo, nella Giornata mondiale del donatore che si festeggia oggi (venerdì 14 giugno), è il presidente regionale dell’Avis, Daniele Domenico Ragnetti. «È vero che abbiamo degli ottimi numeri e degli ottimi risultati, ma l’autosufficienza del sangue e del plasma si ottiene tutti i giorni, non ci si può assolutamente fermare e questo lo scriva per favore – ribadisce ancora una volta –. Abbiamo bisogno di avere sempre nuovi donatori e sopportare ogni criticità. Che poi le criticità si verificano a macchia di leopardo nel territorio. A volte abbiamo abbiamo problemi in una provincia, altre volte in quella vicino. Più siamo e più riusciamo a risolvere ogni tipo di situazione», spiega il dottor Ragnetti.

Tutti possono donare: l’importante è avere un’età compresa fra i 18 e i 65 anni e godere di buona salute. «Che non significa essere alti, grossi e pesanti come si diceva una volta – scherza il presidente marchigiano – ma è semplicemente necessario non avere malattie particolari».

Poi il presidente Ragnetti ci fornisce qualche dato: «In via generale, nell’ultimo anno, abbiamo effettuato 101mila donazioni, di cui il 75% di sangue intero e il 25% di plasma. I primi cinque mesi del 2024 – continua – ci dicono che siamo sostanzialmente in linea con il 2023. Tenendo conto delle necessità relative al 2024, abbiamo solo spostato un po’ il tiro fra sangue intero e il plasma. Nel senso che abbiamo prodotto più plasma di sangue intero. Anche perché se siamo più tranquilli con riguardo alla situazione del sangue intero beh – riflette – sul plasma, in questo momento, siamo in difetto».

Insomma, c’è carenza di plasma. Ma non solo nelle Marche, bensì in tutta Italia: «Manca il 20% del plasma necessario, che quindi viene importato con una qualità più bassa della nostra. Molti dei Paesi da cui siamo costretti ad attingere prevedono una donazione a pagamento, non gratuita come la nostra. E sicuramente ciò comporta una qualità inferiore a quella italiana. Noi – commenta – ci consideriamo uno dei Paesi migliori al mondo dal punto di vista della sicurezza del sangue e del plasma raccolto». Il grosso del plasma importato arriva dagli «Stati Uniti», fa il presidente.

Un gruppo di donatori con il presidente regionale Ragnetti, il secondo da destra (fonte Fb)

Che alla domanda su quale sia la provincia marchigiana più virtuosa, glissa: «Noi siamo distribuiti nel territorio in maniera capillare, non c’è una posizione privilegiata. Certo, il territorio di Ancona è più grande e ha più abitanti e sicuramente produrrà di più. D’altronde – precisa – non possiamo accostare la provincia dorica a quella di Fermo, che è di gran lunga più piccola. Certo è che noi tocchiamo tutti i comuni marchigiani (oltre 220)».

E ancora: «Sono le Marche che nel rapporto donatori/popolazione sono al primo posto. La nostra regione è ai vertici italiani. E mi riferisco sia alla donazione di sangue sia a quella di plasma. Ciò significa che la solidarietà delle Marche è altissima. Ma questo non vuol dire che siamo a posto, perché non è così. L’autosufficienza del sangue va conquistata giorno dopo giorno, voglio ridirlo. Bisogna incentivare la raccolta del plasma. Vi è questa necessità poiché c’è stato un aumento nell’utilizzo dei medicinali plasma derivati: una volta si donava solo sangue e oggi si usa anche il plasma. Non solo viene frazionato quello raccolto all’interno del sangue intero, ma viene donato anche direttamente con una sacca a sé».