Ancona-Osimo

Giovani e fumo, raddoppia il policonsumo. La psicoterapeuta: «Abitudine sempre più precoce, si fuma già alle medie»

L'abitudine al fumo sarebbe più elevata tra i giovani. A dirlo l'indagine condotta dall'Iss su un campione di 6.012 ragazzi tra i 14 e i 17 anni

Da Pixabay di Alexas

In Italia il 59% della popolazione di età compresa fra i 18 e i 69 anni non fuma o ha smesso di fumare (17%), mentre il 24% è ancora un fumatore. A scattare la fotografia è l’Istituto Superiore di Sanità con due diverse indagini i cui risultati sono stati diffusi in occasione della Giornata mondiale senza tabacco che ricorre oggi, 31 maggio.

L’abitudine al fumo sarebbe più elevata tra i giovani in base all’indagine condotta dall’Iss su un campione di 6012 ragazzi tra i 14 e i 17 anni nell’anno 2023-2024: il 30,2% degli studenti ha dichiarato negli ultimi 30 giorni di aver fumato sigarette, tabacco riscaldato o sigarette elettroniche. Il consumo tra le ragazze sarebbe leggermente superiore rispetto ai ragazzi.

Tra i giovani risulta raddoppiata rispetto al 2022 l’abitudine al policonsumo, ovvero all’utilizzo di più prodotti in contemporanea, che si attesta al 62,4%, rispetto al 38,7% della precedente indagine. Il primo approccio con il fumo avviene precocemente, generalmente tra i 13 e i 14 anni, e in circa un caso su tre i genitori sono a conoscenza del fatto che i ragazzi usano prodotti a base di tabacco o nicotina.

C’è da dire che a livello nazionale rispetto agli anni scorsi il numero dei fumatori si è ridotto sia tra gli uomi che le donne, ma in queste ultime più lentamente. L’abitudine al fumo resta più frequente fra gli uomini (28%) rispetto alle donne (21%) e le persone con difficoltà economiche e bassa istruzione. Se dal 2014 cala il numero di coloro che usano le sigarette tradizionali, passando dal 25% al 20%, parallelamente aumenta quello di chi usa sigarette e dispositivi elettronici.

La psicoterapeuta Alessia Tombesi spiega la maggior prevalenza del fumo tra le giovani di età compresa tra i 14 e i 17 anni con «una tendenza all’autolesionismo che non riguarda solo il tabacco e le sigarette elettroniche, ma anche veri e propri atti di autolesionismo e atteggiameni provocatori come il bullismo e il cyber bullismo».

L’abitudine al fumo «si sviluppa sempre più precocemente, già alle medie. Tra i giovani – prosegue – è più diffusa la sigaretta elettronica rispetto a quella tradizionale, perché di moda, ma spesso chi fuma associa anche il consumo di alcool e di droga. Oggi è tutto più precoce, anche l’ingresso al mondo delle discoteche. Spesso i ragazzi si ritrovano nelle case di amici e consumano alcool, ci sono anche diversi casi di coma etilico, anche fra le ragazze».

Fenomeni, spiega, legati «al grande disagio vissuto dai ragazzi e dalle ragazze che sembrano non riuscire ad esprimere, contenere e gestire le proprie emozioni. Spesso si sentono soli e i genitori, sovraccarichi di impegni, non sempre riescono ad accorgersi di queste abitudini di cui magari prendono conoscenza perché avvisati dalla scuola. In ogni caso con la pandemia di Covid c’è stato un peggioramento dei disagi, che se prima erano latenti poi sono esplosi e tutt’ora siamo al lavoro per contenerli».

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