ANCONA – Tra le figure professionali più introvabili in Italia ci sono i diplomati ITS Academy e gli operai specializzati, ma difficoltà si registrano anche nel reperimento dei laureati. Sono alcuni dei dati fotografati dal Bollettino annuale 2023 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, dal quale emerge l’andamento positivo dell’occupazione nel settore privato dovuto all’effetto trainante della filiera del turismo, che supera il milione e 100mila assunzioni previste (+160mila rispetto al 2022 e +291mila sul 2019), del commercio, quasi 749mila contratti (rispettivamente, +77mila e +59mila), delle costruzioni (+40mila e +177mila, per complessive 549mila assunzioni) e delle industrie manifatturiere (con 957mila entrate, +22mila sul 2022 e +103mila sul 2019).
La nota stonata è rappresentata dal mismatch tra offerta di lavoro e competenze presenti sul mercato, che continua ad aumentare per tutti i profili ricercati, tanto da attestarsi al 45,1% delle assunzioni, in crescita di 4,6 punti percentuali rispetto al 2022 e di 18,7 punti percentuali rispetto al 2019. Il dato più critico riguarda gli operai specializzati, per i quali il mismatch tocca il 60,3%.
Quasi la metà delle ricerche di personale è difficile da realizzare: tra le figure più difficili da reperire ci sono ci sono appunto i diplomati ITS Academy e gli operai specializzati (il 65,5%), i laureati (il 49%) e i diplomati (il 46,9%). Le imprese segnalano nel Paese la mancanza di candidati per quasi 1,6 milioni delle ricerche più critiche, mentre una preparazione non adeguata è la causa di 685mila posizioni che le aziende non riescono a coprire nel momento in cui si presenta l’esigenza.
Difficili da reperire gli ingegneri dell’informazione (80,7% di criticità su poco meno di 5mila entrate programmate), le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (all’80,3% su 42mila ricerche delle imprese) e i tecnici delle costruzioni civili (con il 79,3% di difficoltà rispetto alle oltre 8mila assunzioni).
Nel 2023 il possesso di una laurea o diploma ITS Academy è richiesto al 15% dei candidati all’assunzione, un diploma di istruzione secondaria II grado è il livello di istruzione preferito per due terzi delle entrate mentre soltanto per il 18% dei contratti le imprese ritengono sufficiente la sola scuola dell’obbligo. Tra le lauree più richieste figurano quelle a indirizzo economico (quasi 223mila assunzioni programmate), seguite a distanza da quelle a indirizzo insegnamento e formazione (117mila) e da quelle a indirizzo sanitario e paramedico (62mila).
Tra i diplomi di scuola secondaria di II grado, le imprese richiedono soprattutto l’indirizzo amministrativo (481mila entrate previste) e quello turistico-alberghiero (279mila); tra le qualifiche/diplomi professionali prevalgono nelle ricerche delle imprese gli indirizzi collegati alla ristorazione (448mila), alla meccanica (269mila) e alla logistica (228mila). Per quanto riguarda i problemi di reperimento, i più rilevanti riguardano appunto i diplomati dei percorsi ITS Academy, con una quota pari al 65,5% dei profili ricercati. La percentuale raggiunge però il 74,3% nel caso dei tecnici specializzati nei percorsi afferenti all’area della meccanica e il 68,8% in quelli dell’area ICT, che sono i due indirizzi ITS maggiormente richiesti. Il mismatch messo in luce dalle imprese è particolarmente elevato anche per i laureati nell’indirizzo sanitario e paramedico (pari al 67,5% delle entrate programmate) e per i qualificati professionali in indirizzo meccanico (57,9%).
Oltre al titolo di studio, le imprese valutano anche le competenze possedute dai candidati all’assunzione: le competenze digitali sono ritenute importanti soprattutto per i candidati con un’istruzione terziaria (al 69,2%), ma si sale al 77,2% nel caso delle lauree a indirizzo economico e al 92,6% nel caso dell’indirizzo ICT degli ITS Academy. A tale indirizzo è associata anche l’importanza più elevata per le competenze relative alle “tecnologie 4.0 e alle applicazioni dell’intelligenza artificiale” (64,7%) e all’utilizzo di metodi matematici e informatici (70,8%).
La richiesta di competenze green è diffusa in modo omogeneo tra i diversi livelli formativi (intorno al 43% delle assunzioni), ma si supera il 50% nel caso del diploma turistico-alberghiero. Tra le competenze trasversali, quelle più diffusamente richieste sono la flessibilità e la capacità di lavorare in gruppo, anche in questo caso con indicazioni di importanza elevata più frequenti per i titoli di studio terziari rispetto a quelli di livello secondario.
La difficoltà di reperimento nel caso delle ricerche di giovani riguarda il 45,4% delle entrate programmate. Tra le figure under 30 che le imprese fanno più fatica a trovare emergono gli idraulici (77,2% la quota di difficile reperimento), i farmacisti (75%), gli elettricisti nelle costruzioni civili (71,8%) e i tecnici programmatori (71,4%).
Insomma, non si riescono a trattenere i laureati? Secondo il preside della Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche, professor Stefano Staffolani «i laureati ci sono e anche nelle discipline che interessano le aziende, le imprese però spesso cercano persone con esperienza, un fenomeno che riguarda soprattutto le aziende medio-piccole, ma questo genere di formazione va fatta a cura delle aziende, mentre l’università ha il compito di formare professionalità con competenze più generali in quanto il mondo del lavoro cambia e quelle stesse competenze in futuro potrebbero non servire più».
Per l’economista anche il fattore geografico incide: «Nelle città metropolitane i laureati hanno maggiori possibilità di trovare lavori con migliori prospettive occupazionali, più che in una regione più periferica come le Marche» conclude il professor Staffolani.
Il punto di vista delle associazioni di categoria
«Le aziende hanno sempre più bisogno di figure professionali formate ad alto livello – dice Paolo Silenzi, presidente CNA Marche e componente dell’Azienda Speciale Moda della Camera di Commercio delle Marche -; i processi di transizione digitale ed ecologica richiedono alle imprese nuove competenze per essere efficienti ed efficaci, figure che sul mercato non si riescono a reperire facilmente».
Un «gap negativo» tra offerta di lavoro e competenze presenti nel mercato economico che richiede percorsi di formazione ad hoc e corsi di aggiornamento per il personale già impiegato nelle aziende. Un’a ‘opportunità di crescita per le aziende e di occupazione per i giovani che possono guardare a nuove professioni.
La via maestra per Silenzi è il lavoro di squadra tra associazioni di categoria, Camera di Commercio delle Marche, imprese e università, «per creare percorsi formativi che diano inclusione lavorativa ai giovani. Abbiamo iniziato a farlo – spiega – e gli ITS Academy sono una grande possibilità sia per le imprese, che possono avere le figure di cui hanno bisogno, sia per i giovani che cercano lavoro».
L’altro sentiero da percorrere, per il presidente della CNA Marche, guarda all’Intelligenza Artificiale e alle tecnologie più all’avanguardia che stanno rivoluzionando il mondo del lavoro e delle professioni. «Siamo in un momento di grande transizione – prosegue -; le condizioni geopolitiche cambiano il mercato del lavoro che è in continua evoluzione, servono nuovi approcci. Le aziende chiedono forza lavoro, se non trovano figure adatte si crea un corto circuito al quale dobbiamo dare una risposta».
«Il mercato del lavoro, anche nei nostri territori – dice Marco Pierpaoli, segretario Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, e componente della giunta di Camera di Commercio delle Marche -, evidenzia una forte domanda da parte delle imprese a prescindere dal possesso o meno di uno specifico titolo di studio, che rimane ovviamente importante e un plus per ogni profilo specie se è attinente alla posizione per la quale si ricerca la figura professionale, e dal possesso o meno di un’esperienza pregressa. Sulla situazione pesa inevitabilmente anche il calo demografico. Anche per questo, da parte delle imprese, evidenziamo sempre più spesso la disponibilità ad assumere figure da formare e alle quali trasmettere le competenze necessarie per ricoprire determinati ruoli. Quello che va riscoperto, a tutti i livelli, è però il valore del lavoro, rispetto al quale è necessario svolgere un’attività di sensibilizzazione specie nei confronti delle nuove generazioni. Questo – conclude – a partire dalle scuole con le quali stiamo portando avanti da anni un’attività di informazione e formazione».