ANCONA – «Mitigare e adattarsi per tutelare la biodiversità». Sono le sfide delineate da Legambiente Marche nella giornata internazionale della Terra che si celebra oggi, 22 aprile. Una ricorrenza che riaccende i riflettori sulle priorità in ambito ambientale, in testa su tutte, spiega Marco Ciarulli, presidente regionale dell’associazione, c’è il cambiamento climatico.
«Il clima cambia e cambiano anche gli ecosistemi della biodiversità – spiega -. Il Mediterraneo, nonostante sia un mare molto piccolo, rappresenta l’1% delle acque salate del pianeta, ha al suo interno il 10% della biodiversità, una perla da tutelare». A tal proposito ricorda che secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Copernicus, il mare Adriatico ha registrato un riscaldamento anomalo tra 0 e 5 gradi nel mese di marzo, un innalzamento che si traduce in perdita di biodiversità e che «da un lato favorisce l’insediamento di specie aliene e dall’altro causa sofferenza alle specie marine autoctone».
Tra gli impatti del cambiamento climatico, Ciarulli evidenzia anche quelli sul mondo della pesca e sul turismo. «Oggi pescare significa pescare anche molti rifiuti – spiega – e secondo una stima dell’Onu nel 2050 ci sarà più plastica che pesce».
I rifiuti plastici sono i più diffusi: «La regina dei rifiuti continua ad essere la plastica che rappresenta quasi il 90% dei rifiuti presenti nell’ambiente e che degradandosi finisce anche nel piatto». Insomma c’è ancora molto da fare.
Il dato positivo però è che cresce la consapevolezza tra i giovani sull’urgenza delle sfide ambientali. «Le giovani generazioni sono molto più consapevoli delle precedenti del cambiamento climatico e della necessità di invertire la rotta – spiega – dal momento che la ‘febbre’ del Pianeta non accenna a diminuire». Una generazione ispirata a Greta Thunberg che «può rappresentare la chiave di volta per il futuro» conclude.