Il maltempo che ha colpito le Marche, con effetti più intensi sulla costa anconetana dove sono scesi 285millimetri di pioggia dalle 00 del 17 settembre, quando ha preso il via l’ondata, ha causato allagamenti e danni anche in diverse imprese.
«Stiamo conducendo un monitoraggio tra le imprese nostre associate – dichiara Roberto Cardinali, presidente di Confindustria Marche – è ancora presto per fare la conta dei danni perché sta ancora piovendo sui territori interessati dall’emergenza e anche fenomeni di minore entità su un territorio molto colpito possono produrre ulteriori danni. Le nostre associazioni territoriali sono come sempre a disposizione degli associati per l’eventuale supporto necessario».
In un territorio dove gli eventi estremi sono sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico, secondo il presidente degli industriali occorre «lavorare sulla prevenzione e sulla preparazione all’emergenza, attraverso interventi come la manutenzione degli argini e degli scarichi e il potenziamento dei sistemi di allerta, ma sono importanti anche le azioni che le stesse imprese possono attuare per migliorare la sicurezza e mitigare i rischi per quanto possibile, come ad esempio paratie, interventi per favorire un migliore deflusso delle acque e sistemi e procedure per mettere rapidamente al sicuro persone, macchine e materiali, dove possibile». In alcune aree industriali sono stati segnalati oltre agli allagamenti interruzioni di energia elettrica che hanno generato ulteriori criticità.
Il direttore della Cna di Ancona, Massimiliano Santini, evidenzia che «da una prima valutazione questa ondata di maltempo ha causato danni prevalentemente nelle aree della Baraccola e di Falconara-Castelferretti, specie nella zona dell’aeroporto e di via del Consorzio, dove alcune attività sono ancora isolate e irraggingibili a causa degli allagamenti».
Le attività artigianali danneggiate da una prima stima sono «quasi un centinaio solo nell’hinterland dell’anconetano – spiega Santini – sono ristoranti, attività commerciali, imprese artigiane, che si ritrovano con acqua e fango sia fuori che dentro i locali. Alcune hanno macchinari da migliaia di euro che purtroppo sono rimasti danneggiati e sono da buttare, un costo imprevisto che in questa fase di congiuntura economica non aiuta».
Secondo Santini «bisogna operare con le casse di espansione per favorire la ‘convivenza’ tra aree urbanizzate e corsi d’acqua, con interventi a monte dei fiumi che permettano di evitare l’esondazione nelle zone residenziali e industriali. Il territorio di Senigallia questa volta ha retto perché sono stati effettuati interventi. Bisogna pulire i tombini, non solo gli argini dei fiumi, perché quelle che prima erano situazioni eccezionali ora stanno diventando purtroppo la normalità».
I danni non riguardano solo le aree industriali, ma anche le imprese agricole. che hanno subito danni importanti alle produzioni e agli allevamenti. Maila Camilletti, associata Coldiretti e impresa aderente a Campagna Amica, sottolinea «la rivoluzione climatica avvenuta negli ultimi 10 anni: non c’è più la stagionalità di prima- dice – gli inverni sono più caldi con temperature che non scendono sotto i 10 gradi e le esteti sono caldissime, come quella appena trascorsa in cui abbiamo sofferto tantissimo la siccità».
Dopo aver perso una parte importante della produzione di pomodori a causa del caldo e della siccità, l’ondata di maltempo ha danneggiato irrimediabilmente le coltura seminate di recente come ad esempio «cavoli e finocchi, che sono stati sommersi da acqua e fango, oppure strappati dai solchi. Manca un’accurata manutenzione del territorio – spiega l’imprenditrice agricola – da anni chiediamo agli enti di competenza di pulire i fossi anche lungo la strada che a causa dei detriti e della sporcizia accumulati negli anni non riescono a ricevere l’acqua piovana, specie quando si tratta di precipitazioni così abbondanti. Sarebbe importante che le amministrazioni si confrontassero con gli agricoltori per la pulizia dei canali e dei fossi, noi facciamo la nostra parte nella porzione dei nostri terreni».
Problemi anche negli allevamenti di animali: «Alcuni polli sono morti a causa degli allagamenti e nella stalla dei vitelli a causa di una interruzione elettrica non siamo riusciti a dare acqua potabile ai vitelli, finché non sono state ripristinate le pompe dei pozzi. I danni sono ingenti» conclude.