Ancona-Osimo

Donne imprenditrici nelle Marche, Sdrubolini di Confartigianato: «Generano ricchezza». Santini di Cna: «Attività più stabili e durature»

A fine 2023 erano 35.480 le imprese femminili registrate delle Marche. «Il Maceratese conta una presenza molto alta di imprese femminili specie nella moda e nel calzaturiero»

ANCONA – Nelle Marche il tasso di femminilizzazione dell’imprenditoria si attesta al 23,2% e risulta più alto rispetto a quello della media italiana. A fine 2023 erano 35.480 le imprese femminili registrate delle Marche (dato Camera di Commercio delle Marche), un numero in calo (-1.200) rispetto al 2022.

Guardando ai dati relativi alle province quella di Macerata registra il numero maggiore di imprese femminili (8.330) seguita da Pesaro-Urbino (8.089) e Fermo (4.583). Tornando alla fotografia regionale scattata da Camera di Commercio delle Marche emerge che le imprese femminili sono concentrate soprattutto nelle altre attività di servizi (4.058 le imprese registrate)  e un tasso di femminilizzazione pari a 57,5% (seguito dal settore numericamente piccolo della sanità e assistenza sociale, nel quale la presenza femminile è di 390 unità per un’incidenza sul totale di settore del 39,6%. Segue l’istruzione, con 218 imprese femminili e un tasso di femminilizzazione del 31,9%.

Katia Sdrubolini
Katia Sdrubolini, presidente Movimento ‘Donne Impresa’ Confartigianato imprese Ancona Pesaro e Urbino

Katia Sdrubolini, presidente Movimento ‘Donne Impresa’ di Confartigianato spiega che «nelle province di Ancona – Pesaro e Urbino sono circa 17.000 le imprese femminili registrate al termine del 2023. Un dato in calo rispetto all’anno precedente e in linea con quello che si registra sia a livello regionale che nazionale. Da evidenziare, di contro, come il tasso di femminilizzazione sia più elevato nelle Marche rispetto alla media italiana e come sul trend positivo del mercato del lavoro pesi il segmento dell’occupazione indipendente trainato dalle donne imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome. Questo segmento – spiega – pesa per il 32,0% a livello nazionale. Nelle Marche la percentuale sale al 32,5%. Una situazione resa possibile dal fatto che nelle Marche c’è ancora forte una rete sociale e familiare che sostiene le donne che lavorano, sicuramente però va fatto di più per aiutare le donne lavoratrici, imprenditrici e allo stesso tempo madri».

«Per questo – prosegue – chiediamo di essere coinvolte nelle decisioni anche politiche e che vengano aperte dei tavoli in cui si affronti insieme il tema dell’imprenditorialità femminile e dell’agevolazione del lavoro delle dipendenti. Serve inoltre uno stato sociale che favorisca maggiormente le donne e le famiglie offrendo servizi accessibili, adeguati e diffusi per attenuare l’impatto che maternità e lavoro di cura hanno sulla possibilità di lavorare e fare impresa. Non dimentichiamo: le donne che fanno Impresa generano ricchezza e posti di lavoro e dunque vanno incrementati strutture e servizi a tutela delle madri imprenditrici e bisognerebbe anche pensare a misure di sgravio fiscale per le spese che le imprenditrici sostengono per la cura e l’assistenza di bambini e familiari fragili».

Massimiliano Santini, direttore Cna Ancona

«Il Maceratese conta una presenza molto alta di imprese femminili – osserva il direttore della Cna di Ancona, Massimiliano Santini – specie nella moda e nel calzaturiero, dove oltre la metà delle imprese sono a trazione femminile. Un altro settore dove c’è una quota importante di imprenditoria femminile è quello dell’artigianato artistico, così come l’ambito della ristorazione e della ricettività».

Nelle Marche in generale c’è «un’importante presenza femminile nel commercio e nel terziario, mentre nel pesarese e nell’anconetano spiccano la consulenza alle imprese, sanità e benessere – prosegue Santini -. Le imprese femminili, rispetto a quelle maschili, mostrano una durata più lunga, nonostante una partenza in salita, legata più alla fase organizzativa per la conciliazione del lavoro e dei tempi familiari, ma una volta avviate queste imprese sono molto più stabili oltre che durature».