ANCONA – Cosa fare in caso di calamità naturali: le nuove tecnologie vengono in aiuto ai soccorritori ma anche ai cittadini stessi, strumenti indispensabili per la tutela dei cittadini nella gestione delle emergenze. È il tema di cui s’è discusso stamattina nell’aula magna della facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche, in occasione del convegno organizzato da Anci Marche insieme all’università stessa. Il messaggio che emerge dal confronto è quello che la transizione digitale contribuirà a migliorare la gestione delle emergenze e anche se il rischio zero non esiste, che si può fare molto per migliorare tutte le fasi che riguardano il rischio. La gestione del rischio si articola in previsione, prevenzione, emergenza, post-emergenza e ricostruzione. «Protezione Civile, tecnologia e scienza collaborano già molto attivamente – ha detto Fabrizio Curcio, capo del dipartimento di Protezione civile intervenuto in collegamento – ma questa fase di transizione pressoché continua deve andare di pari passo con la capacità di adattamento delle pubbliche amministrazioni e dei Comuni».
Tanti i partecipanti al convegno, compresi numerosi sindaci marchigiani, molti dei quali direttamente coinvolti tra sisma e alluvione. Marco D’Orazio, pro-rettore di Univpm, ha rimarcato «il valore della sinergia tra enti locali, quindi Anci Marche e università considerando i molti ambiti di ricerca che l’ateneo sta portando avanti». A confermare la volontà di stringere il rapporto sui temi della prevenzione delle emergenze è stato Marco Fioravanti, presidente di Anci Marche: «Per noi sindaci che siamo sempre in prima linea nei confronti dei nostri cittadini anche e soprattutto di fronte ad eventi calamitosi – ha spiegato –, il primo impegno è la tutela delle nostre comunità. Poter apprendere come sta evolvendo la scienza ci dà fiducia e speranza».
È intervenuto anche l’assessore regionale Goffredo Brandoni, delegato dal presidente Acquaroli, anche per conto dell’assessore Aguzzi, che ha sottolineato «l’impegno di questa giunta sia a far funzionare al meglio la filiera istituzionale che va dagli enti locali al governo, sia ad agevolare e sostenere il lavoro dei commissari per le calamità già accadute e per le quali è in corso la ricostruzione». Per il Comune di Ancona che ha ospitato l’evento sono intervenuti il vicesindaco Giovanni Zinni e l’assessore Marco Battino: «Fondamentale l’innovazione digitale nella gestione delle emergenze, per poter prevedere determinati scenari e farsi trovare pronti. In questo il ruolo dell’università è fondamentale per quelli che sono modelli teorici calati in un contesto reale. Attraverso queste nuove tecnologie riusciamo a fare simulazioni veritiere. L’università si dimostra ancora una volta di grande valore per il nostro territorio e per tutta la collettività».
Dai contributi tecnici dei vari intervenuti è emerso chiaramente quanto i sistemi digitali influiscano positivamente nella gestione e superamento delle emergenze e come la ricerca si stia muovendo per implementare un miglioramento continuo degli strumenti utili per comunicare le situazioni di rischio potenziale o in atto tra gli operatori del sistema di protezione civile e tra questi e la popolazione. Alla tavola rotonda, con la partecipazione di Roberto Oreficini, vicepresidente nazionale commissione previsione e prevenzione grandi rischi e consulente di Anci Marche, del senatore Guido Castelli, commissario alla ricostruzione sisma 2016, e di Stefano Babini, vicecommissario post alluvione nelle Marche, sono stati portati casi specifici che riguardano il ripristino e la ricostruzione post-emergenziale rispetto alle potenziali situazioni calamitose legate al rischio idraulico e idrogeologico e al rischio sismico.