ANCONA – Tasso d’occupazione in crescita nelle Marche, così come cresce il numero di donne lavoratrici con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, anche se la retribuzione nella regione resta inferiore alla media nazionale. Sono alcuni dei dati emersi stamattina dalla presentazione del rendiconto sociale dell’Inps Marche relativi al 2023, incontro che s’è tenuto alla Loggia dei Mercanti alla presenza dell’assessore regionale Stefano Aguzzi, del presidente del consiglio della Regione Marche, Dino Latini, e dell’assessore comunale di Ancona, Antonella Andreoli.
L’apertura dei lavori è stata affidata a Tiziana Mosca, presidente del comitato regionale Inps Marche, quindi la direttrice regionale Inps Marche, Emanuela Zambataro, ha illustrato i dati principali del rendiconto 2023, nel quale sono stati analizzati, come di consueto, l’andamento demografico e pensionistico, i fenomeni occupazionali, gli ammortizzatori sociali, il rapporto con le aziende e la gestione dei flussi contributivi, evidenziando le entrate e le uscite dell’istituto, i fenomeni evasivi ed elusivi e le attività di controllo che sono state messe in campo.
Il quadro che ne scaturisce restituisce l’immagine di un istituto che, in un contesto di generale ripresa, ha fornito un contributo significativo alla regione, confermando il proprio ruolo essenziale per la salvaguardia del sistema economico e sociale marchigiano. Il contesto economico regionale nel 2023 ha evidenziato una crescita del tasso di occupazione che si attesta al 67,4% rispetto al 66,8% dell’anno precedente, il dato del saldo netto occupazionale è positivo ed è determinato da un numero maggiore di assunzioni di rapporti di lavoro rispetto alle cessazioni. Il settore lavorativo che vede il maggiore impiego di forza lavoro continua a essere l’industria, pur in presenza di un numero di micro imprese pari al 95% delle aziende attive.
«L’occupazione è in leggero aumento è un dato significativo – ha commentato l’assessore Aguzzi – e in diminuzione il tasso di disoccupazione, il mondo del lavoro sta cambiando molto e molto repentinamente, ci sono attività e settori che dopo la pandemia sono ripartiti forte. La parte del leone la stanno facendo le imprese principali, ma non sottovalutiamo la potenzialità della nostra regione per quanto riguarda le piccole e le medie imprese. Abbiamo una storia legata alla piccola e media impresa, insieme al Veneto, nelle Marche c’è un humus positivo per l’autoimprenditorialità. E noi cerchiamo di accompagnarlo: in queste ore c’è un ulteriore bando di 14 milioni di euro per incoraggiare l’autoimprenditorialità. Chi è disoccupato da almeno sei mesi di qualsiasi età può fruire di un finanziamento a fondo perduto di 20mila euro aprendo una propria partita Iva e una propria attività. Un humus che si deduce anche dal fatto che l’ultimo bando dello scorso anno, per 7 milioni di euro per cui abbiamo accettato solo 350 domande, le richieste sono state più di mille. Inoltre, entro fine anno uscirà anche un bando che favorirà la stabilizzazione dei contratti precari, per aziende che hanno dipendenti assunti a tempo determinato e che vogliono trasformarli a tempo indeterminato, per ogni stabilizzazione ci saranno 26mila euro. L’occupazione cresce, ma nelle Marche non è tutto così roseo, il settore della moda ha riscontri negativi, come pure il settore dell’elettrodomestico».
Cala, dunque, il tasso di disoccupazione, dal 6,2% al 5,2%, contro un tasso nazionale del 7,7%, mentre aumenta lievemente il tasso di inattività, comunque inferiore a quello nazionale. I soggetti in fascia di età dai 15 ai 29 anni che non lavorano e non studiano sono il 10,6% del totale contro il 16,1% a livello nazionale. Cresce del 4% il numero di donne lavoratrici assicurate con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, gli uomini aumentano del 3,6%. Nonostante questo va ricordato che le assunzioni a tempo indeterminato nel 2023 hanno interessato solo il 37% delle donne a fronte del 63% degli uomini.
Tasto dolente quello delle retribuzioni medie nella regione, che si confermano inferiori al valore medio nazionale. Il fenomeno dell’inverno demografico continua a far sentire i suoi effetti a lungo termine: i dati del report 2023 sono riferiti, in realtà, all’anno 2022 ed evidenziano un saldo negativo tra nascite e decessi (-10.524). Migliora, invece, il saldo tra immigrati ed emigrati (+4.213) che non è però sufficiente a compensare il saldo negativo tra nascite e decessi.
Sono intervenuti anche Alfredo Bardozzetti, divisione analisi e ricerca economica territoriale Banca d’Italia, Maria Serena Chiucchi, direttore dipartimento di management dell’Università Politecnica delle Marche, Simone Breccia, direttore Caritas diocesana di Ancona e Osimo, presente anche la Uil Marche e Confartigianato Imprese. Le conclusioni sono state di Roberto Ghiselli, presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza Inps.