Ancona-Osimo

Nelle Marche gli stranieri rappresentano il 9% dei residenti. L’incidenza più alta a Fermo

Scende il tasso di natalità tra la popolazione immigrata. Presentato il Dossier statistico sull’immigrazione

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(Foto di Gerd Altmann da Pixabay)

Dal decreto flussi al tema dell’accoglienza passando per i numeri, tanti numeri, che restituiscono un quadro chiaro e al tempo stesso allarmante sulla situazione degli stranieri nel nostro Paese. È stato presentato questa mattina il Dossier statistico sull’immigrazione a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS, in collaborazione con il Centro Studi Confronti Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. Tra i principali temi, sono illustrate le tendenze demografiche recenti, i profili socio-economici degli immigrati, la loro distribuzione territoriale e le dinamiche di integrazione sociale.

Dopo l’introduzione del prof. Francesco Orazi dell’Università Politecnica, i dati nazionali sono stati illustrati dal professor Eduardo Barberis del’Università di Urbino. Dal punto di vista statistico, emerge che gli immigrati rappresentano quasi il 9% della popolazione italiana, con una presenza significativa di cittadini provenienti da Europa, Africa e Asia.
In particolare, molte delle persone immigrate provengono da Paesi come Romania, Albania, Marocco e Ucraina. Una sezione speciale è dedicata all’analisi del sistema di accoglienza e dei diritti dei minori stranieri non accompagnati, evidenziando sia le sfide legate alla protezione e all’integrazione, sia le lacune legislative in materia di sostegno sociale.

Vittorio Lannutti, referente Idos per le Marche, ha fatto un focus sulla nostra regione mentre Barbara Paolinelli, di Asp ambito 9 ha illustrato luci e ombre del modello di accoglienza europeo.

«Le Marche sono una regione cerniera – ha detto Lannutti – e i dati sono allineati alla media nazionale. Abbiamo il 9% di popolazione straniera e il saldo migratorio continua a crescere. I due fattori che lo alimentano di più sono i ricongiungimenti familiari e gli esiti di protezioni internazionali mentre si sta riducendo il contributo alla natalità da parte delle famiglie straniere». 

Gli stranieri residenti nella nostra regione provengono soprattutto dall’Europa (46,1%), in particolare Romania Albania, Ucraina. Segue l’Asia (Cina, Pakistan, Bangladesh), l’Africa (Marocco, Nigeria, Tunisia) e l’America (Perù). Una volta ottenuta la cittadinanza molti immigrati scelgono altri Paesi dove trovano benefit di welfare migliori rispetto all’Italia. A Fermo il numero più alto di stranieri come incidenza sulla popolazione totale (10,2%), poi ci sono Ancona e Macerata (9,6%), quindi Pesaro e Ascoli. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, gli occupati stranieri sono il 9,5% del totale, in leggero aumento rispetto al 2022. 

Focus anche sui migranti: 157652 quelli sbarcati in Italia nel 2023 e circa la metà viene da Paesi cristiani, un terzo da Paesi musulmani. Resta preoccupante il tasso di povertà degli immigrati soprattutto per il gap rispetto agli italiani, di gran lunga superiore agli altri Paesi europei. Infatti gli italiani in povertà assoluta sono il 6,4%, gli stranieri il 35,6%.

Paolinelli ha illustrato i punti chiave del Patto sulla migrazione all’asilo, approvato dal Parlamento Europeo nell’aprile 2024 e che entrerà pienamente in vigore dal 2026, e le principali novità tra cui lo screening di frontiera, accertamenti più rigorosi rispetto al passato, procedure di rimpatrio più rapide, rilevazione di dati biometrici sui migranti come impronte digitali e riconoscimento facciale.

Tra i molteplici fattori in gioco, il futuro delle migrazioni sarà fortemente influenzato dai rapidi cambiamenti demografici attesi nei prossimi decenni e dalle disuguaglianze economiche, sempre più accentuate e interconnesse a livello globale. Sarà sempre più necessario ripensare le politiche migratorie, promuovendo uno sviluppo economico più equo e sostenibile e costruendo un futuro in cui la mobilità umana sia gestita in modo ordinato e rispettoso dei diritti fondamentali e della giustizia sociale. 

Il dossier sottolinea dunque l’importanza di migliorare le politiche di inclusione, con un appello a rafforzare la tutela dei diritti dei migranti e a promuovere una maggiore equità nel sistema di welfare.