Mancano ormai pochi giorni all’avvio dei saldi estivi che scatteranno sabato 6 luglio nelle Marche, un momento molto atteso sia dai consumatori che dai commercianti che sperano di risollevarsi dalla crisi che ha colpito il settore tessile e calzaturieri negli ultimi anni. A fare il punto della situazione è Giacomo Bramucci, presidente Confcommercio Marche, componente della giunta di Federmoda Italia e vicepresidente dell’Azienda Speciale della Moda di Camera di Commercio delle Marche.
«A livello produttivo – spiega – il calo sull’ordinato è notevole e si avvicina alle due cifre nel calzaturiero» dove si attesta «tra il 7 e il 10% circa». Per il sell out, ovvero le vendite in uscita dal produttore al rivenditore, il 2024 «è una stagione complicata. Già veniamo da un 2023 difficilissimo per la moda e il calzaturiero, per cui quest’anno ci aspettavamo di più» in ogni caso una leggera crescita rispetto all’anno scorso c’è stata, ma solo nell’ordine «el 2-3% al massimo». Insomma, un trend che se dovesse proseguire «alla lunga metterebbe a repentaglio la sopravvivenza delle aziende» spiega Bramucci.
I saldi sono un appuntamento importante per le dinamiche del commercio, puntualizza, anche perché i consumatori tendono sempre di più ad acquistare a prezzi scontati. Un fenomeno che non risparmia i negozi fisici e quelli ‘virtuali’ sulle piattaforme online, dove sono presenti scontistiche ormai praticamente tutto l’anno.
«La stagione estiva era partita abbastanza bene – prosegue Bramucci -, ma poi il maltempo ha condizionato gli acquisti» soprattutto dei capispalla e della maglieria, mentre per quanto riguarda i costumi si tratta di articoli che si svincolano dalle dinamiche del meteo, in quanto «evocano le vacanze e le ferie, per cui le persone tendono ad acquistarli di impulso anche nell’attessa di indossarlo».
A rallentare è anche il settore dell’abbigliamento legato alle «cerimonie, che finora aveva retto»: pesano «fattori economici che non aiutano e che influenzano gli acquisti finché non ci sono rassicurazioni sulle dinamiche legate ai tassi dei mutui più leggeri per le famiglie e sull’inflazione ancora pronunciata». Inoltre il fenomeno è influenzato anche da nuove abitudini di acquisto dei consumatori che dirottano le risorse dall’abbigliamento ad altri settori, come ristorazione e tempo libero, che quindi registrano un calo minore rispetto alla moda.