Ancona-Osimo

Festa dei nonni, la psicoterapeuta: «Figure fondamentali, sempre più coinvolte nei percorsi psicoterapeuti dei nipoti»

Un rapporto profondo quello tra nonni e nipoti che si è evoluto profondamente, anche alla luce del progresso tecnologico che non è più ad esclusivo appannaggio dei Millennials

È un legame speciale quello unisce da sempre nonni e nipoti. In una società in profonda e rapida trasformazione, sempre più immersa nella tecnologia e nel mondo dei social network, questa relazione come è evoluta? Lo abbiamo chiesto in occasione della Festa dei Nonni alla psicoterapeuta Alessia Tombesi. «La figura dei nonni – dice l’esperta – è stata da sempre importante, soprattutto per quanto riguarda l’educazione dei nipoti perché è un punto solido di riferimento anche per la famiglia».

Nella società attuale questo rapporto si è evoluto in maniera profonda e in alcuni casi i nonni sono diventati «figure sostitutive della genitorialità, specie con la separazione dei genitori, quando questi accolgono in casa la mamma o il papà, insieme ai nipoti». «I nonni sono degli aiuti fondanti per i genitori – prosegue – e in alcuni casi diventano delle vere e proprie figure genitoriali per quei ragazzini che trascorrono la maggior parte della loro giornata con i nonni perché i loro genitori lavorano».
La psicoterapeuta fa presente che anche per questi motivi i nonni sono «sempre più spesso coinvolti anche nei percorsi terapeutici dei nipoti, quando questi hanno problemi, in quanto sono un punto di riferimento per i ragazzi».

Una relazione, quella nonni-nipoti, di cui beneficiano entrambi e non solo i teenager. «Raggiunta un’età difficile da accettare, perché si avvicina di più alla vecchiaia – spiega la psicoterapeuta -, nell’essere nonni ritrovano un ruolo, che evita spesso il rischio che si instaurino depressioni, innalzando anche l’autostima». Nella società odierna anche i nonni Boomer (nati fra il 1946 e il 1964) hanno a disposizione gli stessi strumenti tecnologici dei nipoti Millennials (1981-1996) o Generazione Z (1997-2012): dallo smartphone al tablet, passando per il pc e soprattutto per i social network.

L’utilizzo della stessa tecnologia «può essere un punto di contatto perché crea un riconoscimento – dice – ma in alcuni casi può essere un punto di scontro specie quando i nonni ritengono esagerato il tempo che i nipoti trascorrono al cellulare o con altri dispositivi elettronici». Sul piatto della bilancia la psicoterapeuta mette anche il fenomeno opposto, ovvero quello per cui alcuni nonni, specie quando hanno a che fare con nipoti molto piccoli, «utilizzano i dispositivi per avere un momento di riposo o per poter fare delle faccende in casa».

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